Regia di Dario Argento vedi scheda film
Tentativo baciato da un particolare insuccesso di affrancarsi dal genere che lo aveva portato ad alti incassi,il thriller violento e pauroso all'italiana,per Dario Argento,"Le cinque giornate" rimane ad oggi l'unico lavoro del regista romano "diverso".Accolto con freddezza dalla critica,quando non veniva sbertucciato da quella più militante,il film più volte si avvicina a una tesi qualunquistica che sminuisce ogni ribellione,suggerendo che si tratti di un avvicendamento di vertici sfruttando la forza bruta del popolo,ma più che altro sembra sostenuto da una vena anarchica sincera e un pò ingenua:ispirato in egual misura a Monicelli,Leone e Luigi Magni,il film ha un'ironia molto schietta,qualità di immagini di ottimo livello,un Celentano convincente come poche altre volte sullo schermo,e l'acuta rappresentazione degli scontri che infiammarono Milano in quei cinque giorni,che sembra quasi raffigurata pensando ai fumetti di "Alan Ford" di Max Bunker.Peccato che si sia rivelato un fiasco così eclatante,perchè "Le cinque giornate" ha pagine gustosissime,che superano di gran lunga le imperfezioni.
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