Regia di Sergio Corbucci vedi scheda film
Raffaele Capece è un mite suonatore di mandolino con due disgrazie nella vita: la prima è la poliomielite (Coscia morta come lo apostrofa il padre) che l’ha reso claudicante e "dalla quale si può guarire…", la seconda “dalla quale non si può guarire!” è il padre Natale che è solito giocare indebitandosi per poi mettere nei guai il figlio. In seguito a uno di questi debiti paterni, il buon Raffaele viene coinvolto in un intrigo fatto di serenate, omicidi, bobine e scheletri nell’armadio. Ma non tutti i mali vengono per nuocere.
GIALLO NAPOLETANO è una gradevolissima commedia con infiltrazioni gialle (Hitchcock è il nume ispiratore) scritta, tra gli altri, dall’autoctono Elvio Porta, diretta con piglio sicuro dal navigato Sergio Corbucci e girata con luci fredde al Vomero. Un divertissement (Totò è l'altro modello) in cui il cast è costituito da all stars: Marcello Mastroianni interpreta il protagonista confermandosi un eccellente attore abile in tutti registri recitativi (qui quello buffonesco: zazzera e baffetti); Michel Piccoli impersona con classe l’ambiguo direttore d’orchestra; Peppino De Filippo il simpatico Natale Capece con tanto di battuta antieduardiana (“a me nun me piace ‘o presepe”); Ornella Muti, Capucine e Zeudi Araya le affascinanti e misteriose figure femminili di contorno; Renato Pozzetto vicecommissario milanese in trasferta (esilarante la gag con l’auto senza freni); gagliardi e assai spassosi i caratteristi Peppe Barra (Giardino), Franco Javarone (Sella) e Natale Tulli (Albino abbestia). Particina da “femminiello” per un giovanissimo GianFelice Imparato. Commento musicale ad hoc di Riz Ortolani.
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