Regia di Vittorio De Sisti vedi scheda film
Uno dei primi lavori di De Sisti, regista che toccherà la sua vetta artistica con Delitti e profumi (1988), con Jerry Calà. Basterebbe questo dato a liquidare la carriera del regista e con essa pure questo stesso film, che altro non è se non un approssimativo mondo movie. E se il genere di per sè è sinonimo di pessima qualità ed immagini pruriginose, certo si intuisce già dal titolo dove Inghilterra nuda voglia arrivare, e che non deluderà i fanatici del genere. Gran tette! Ecco l'unico lato positivo dell'intera operazione: uno sciame di tette, tettine, tettone, tettacce invade la pellicola lungo la totalità dei suoi novanta minuti; per il resto, ovviamente, il nulla prevale. Morboso quanto basta, come il filone impone, Inghilterra nuda ci consegna una nazione allo sbando, preda di una sessualità isterica a cui si subordinano le quotidiane esigenze vitali, popolata da gente morbosamente attratta da pratiche sadiche, masochiste, deviate. Chiaramente il film dice esattamente quel che il regista e la coppia Pino De Martino-Ettore Mattia (il tris di sceneggiatori, insomma) vogliono che dica: il solito, prevedibile sottoprodotto scandalistico votato al raggiungimento di un incasso facile immediato ed al posizionamento - subito dopo l'iniziale clamore - nel dimenticatoio per l'eternità. Valore artistico basso, nemmeno un po' riabilitato dalle musiche poco ispirate di Piero Piccioni. 1,5/10.
Curiose e morbose usanze inglesi odierne (fine anni '60): masochisti che si fanno rivestire completamente di cellophane, incontri di lotta libera femminili, locali riservati a soli gay, un altro destinato ad un pubblico nazista, prostituzione, tossicodipendenza, un tale che si fa crocifiggere su un colle per poter salire al cielo alla destra del Padre...
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