Regia di Alfredo Castiglioni, Angelo Castiglioni, Guido Guerrasio vedi scheda film
La vita quotidiana per le tribù africane è scandita ancora oggi da una serie di riti e di tradizioni basati sulla magia e su credenze e superstizioni tipiche del luogo. Questo documentario offre alcuni esempi di tutto ciò.
Dopo Africa segreta (1969) e Africa ama (1971), questo è il terzo pseudodocumentario realizzato dai fratelli gemelli Alfredo e Angelo Castiglioni, con la collaborazione di Guido Guerrasio; seppure non si tratti nè di un lavoro particolarmente raffinato dal punto di vista estetico, nè tantomeno di un'accurata indagine antropologica di qualche valore scientifico, va comunque annotato che per questa volta i tre registi non eccedono in pesanti allusioni razziste e si soffermano invece su altri piatti tipici del loro menu, quali il sangue, la violenza, il sensazionalismo gratuito, il sesso. Pseudodocumentario, si diceva: perchè non è chiaro al cento per cento se il girato qui proposto sia frutto di ricerche sul campo o - e questa parrebbe l'ipotesi più plausibile - materiale messo in scena appositamente per il film; in fondo poco importa, data l'infima qualità del prodotto. Che però gioca tre buone/ottime carte a suo favore: ritorna la voce narrante di Riccardo Cucciolla, sempre professionale e distaccato quanto basta; il testo da lui letto è firmato da Alberto Moravia (e forse proprio per questo non scade nel becero razzismo dei precedenti lavori del trio di registi); nella colonna sonora (di Angelo Francesco Lavagnino) e in apertura e chiusura di film compare l'immortale Soleado, il brano strumentale inciso qualche mese prima dal Daniel Sentacruz Ensemble. Al di là di questo, l'ennesimo mondo movie senza arte nè parte. 1,5/10.
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