Regia di Gianfranco Piccioli vedi scheda film
Un carcerato e i suoi complici evadono da un penitenziario non propriamente di massima sicurezza, posto su un'isola, per raggiungere poco distante la barca di un armatore con cui il galeotto ha un conto in sospeso. Derubato l'uomo, la gang nasconde il bottino e fa ritorno in cella, convinta di poter recuperare il maltolto una volta scontato il debito con la giustizia.
Premessa doverosa: la qualità dell'unica versione reperibile in rete (su YouTube) di questa pellicola è realmente pessima; l'audio è passabile, ma il video no, decisamente. Certo non si tratta di una visione facile per questo motivo, sebbene alcune colpe vadano imputate anche al film in sé: alla storia sgangherata, alla narrazione sciatta e a certe soluzioni facili di sceneggiatura (Adriano Bolzoni, Rita Sala e Gianfranco Piccioli), incluso il 'colpo di scena' finale che a conti fatti non è poi questo granché. Dietro la macchina da presa c'è il già citato Piccioli: è la sua terza regia in quattro anni, nonché l'ultima, dopodiché si dedicherà per lungo tempo a ruoli di produzione; per quanto riguarda il reparto interpreti il Nostro ha a disposizione una buona serie di nomi tra i quali spiccano senz'altro quelli di Philippe Leroy, Raymond Pellegrin e Maurizio Arena, ma il lavoro vede inoltre le presenze di notevoli caratteristi quali Franco Citti, Dagmar Lassander, Luciano Pigozzi, Enzo Robutti, Pietro Tordi e, nel suo classico cameo con battuta demenziale, Jimmy il Fenomeno (non accreditato né sui titoli del film, né da alcuna parte sul web: ma nonostante la pietosa qualità del file, indiscutibilmente è lui il pescatore nel finale). Si segnala infine il primo e ultimo ruolo nel cinema per il musicista Augusto Martelli, autore d'altronde anche della piacevole colonna sonora. Il ritmo è altalenante e le caratterizzazioni risultano parecchio scontate; il titolo incuriosisce, ma nel complesso il risultato delude, anche e soprattutto per chi si attendeva qualcosa di più smaccatamente trash. 3/10.
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