Regia di Corrado Farina vedi scheda film
Un dipendente di una grande ditta automobilistica viene invitato dal direttore Nosferatu, mai visto prima da nessuno, nella sua villa. Qui conosce una ragazza disinibita che lo tenta, così come farà - sul piano economico - lo stesso Nosferatu, proponendogli un posto da presidente. Ma ciò che l'uomo viene a conoscere della ditta e dei metodi da essa impiegati per ottenere e conservare il potere, lo sconvolge.
Hanno cambiato faccia è un film scopertamente polemico nei confronti della pubblicità, male di tutti i mali - secondo Farina e il suo co-sceneggiatore Giulio Berruti, anche aiuto regista - della società moderna. Due considerazioni: l'autobiografismo evidente (Farina era stato uno dei creativi di spicco dell'agenzia Testa, nonchè regista di caroselli) permea quest'opera prima di un'ipocrisia che rappresenta un fardello intellettuale ineluttabile, quantomeno per una pellicola che proprio sul piano intellettuale vorrebbe giocare le sue migliori carte; in secondo luogo il romanzo La vita agra di Luciano Bianciardi, tramutato in film dal sempre accorto Carlo Lizzani, aveva già espresso i concetti di Hanno cambiato faccia - con maggiore veemenza e chirurgica vena satirica - da ormai un decennio, quando peraltro il Belpaese si riteneva ancora investito dal benessere del boom, quindi insomma in un momento assolutamente insospettabile. Al contrario il film di Farina approda sul grande schermo in un momento che più sospettabile non potrebbe esserci: cioè a Sessantotto finito e conseguenti sogni esauriti, in un momento economicamente non più brillante e quando l'allentamento delle maglie della censura permette ormai qualsiasi tipo di critica al 'sistema' o quasi. Hanno cambiato faccia, a conti fatti, non dice niente di nuovo, nè di originale neppure al momento della sua uscita; e per di più è invecchiato malissimo, date le sue pretese di massima attualità. Peccato perchè il film in sè è piacevole e confezionato dignitosamente, con un Adolfo Celi ben in parte e, al suo fianco, interpreti come Giuliano Disperati, Geraldine Hooper e Francesca Modigliani; due anni più tardi Farina girerà l'unico altro suo lavoro a soggetto in lungometraggio, cioè Baba Yaga (1973). 2,5/10.
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