Regia di Corrado Farina vedi scheda film
Nei primi anni ’70 il cinema militante aveva preso davvero piede. Con esempi nobili che avevano contaminato vari generi: da quello drammatico di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, ai western vedi Giù la testa, alla commedia sia di alto livello In nome del popolo italano a quella più farsesca di Che c’entriamo noi con la rivoluzione?. Insomma in tutti questi film si può notare in modo più o meno esplicito una profonda critica alla società contemporanea. In alcuni casi dunque registi e sceneggiatori sono andati a rispolverare dei “classici” riadattandone i contenuti alla realtà del momento. Il film Hanno cambiato faccia ha la peculiarità di recepire innnanzitutto un materiale nobile quale il libro di Stoker, tuttavia si pone a metà di tanti generi: in molte didascalie viene visto come un film satirico, tuttavia non cerca certo di strappare la risata del pubblio, anzi l’impostazione è piuttosto seriosa anche se portata un po’ al paradosso; non è un horror, in quanto nonostante il senso di inquietudine che si respira si coglie bene che non ci sono momenti davvero di paura o suspense. Possiamo ricondurlo a un film drammatico che cerca di evidenziare, senza mezzi termini il legame tra capitalismo e vampirismo: i nuovi potenti sono figure connesse in ogni centro di controllo delle masse: polizia, informazione e naturalmente industria. Adolfo Celi nel ruolo dell’industriale Nosferatu è dunque il grande regista che non si fa scrupoli a trattare i consumatori sostanzialmente come cavie o vittime vere e proprie dei prodotti che sapientemente commercializza in ogni settore. Sostanzialmente si sarebbe potuto sviluppare con dei risultati ben superiori, ma i limiti di budget e di regia sono evidenti (nonostante una caratterizzazione dei personaggi guidati da un eccellente, come sempre, Adolfo Celi). Tre belle idee nella storia: le Fiat 500 che svolgono il ruolo di aguzzini nella sconfinata tenuta di Nosferatu; la bella sequenza della riunione tra Nosferatu e i suoi dirigenti che diviene una sarabanda di cinismo e spietatezza ed infine la “trasformazione” della ragazza che una volta posseduta dal vampiro abbandona le idee di indipendenza e trasgressione per puntare ad un incarico in azienda e possibilmente ad una vita con marito e figli. Sempre ispirandosi liberamente ad un altro classico dell’orrore, qualche anno dopo Steno realizzerà il farsesco Dottor Jekyll e gentile signora con Paolo Villaggio, ove anche in quel caso vediamo un mondo letteralmente comandato da un’ èlite di spietati capitalisti.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta