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Hanno cambiato faccia

Regia di Corrado Farina vedi scheda film

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Dany9007

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Hanno cambiato faccia

di Dany9007
7 stelle

Nei primi anni ’70 il cinema militante aveva preso davvero piede. Con esempi nobili che avevano contaminato vari generi: da quello drammatico di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, ai western vedi Giù la testa, alla commedia sia di alto livello In nome del popolo italano a quella più farsesca di Che c’entriamo noi con la rivoluzione?. Insomma in tutti questi film si può notare in modo più o meno esplicito una profonda critica alla società contemporanea. In alcuni casi dunque registi e sceneggiatori sono andati a rispolverare dei “classici” riadattandone i contenuti alla realtà del momento. Il film Hanno cambiato faccia ha la peculiarità di recepire innnanzitutto un materiale nobile quale il libro di Stoker, tuttavia si pone a metà di tanti generi: in molte didascalie viene visto come un film satirico, tuttavia non cerca certo di strappare la risata del pubblio, anzi l’impostazione è piuttosto seriosa anche se portata un po’ al paradosso; non è un horror, in quanto nonostante il senso di inquietudine che si respira si coglie bene che non ci sono momenti davvero di paura o suspense. Possiamo ricondurlo a un film drammatico che cerca di evidenziare, senza mezzi termini il legame tra capitalismo e vampirismo: i nuovi potenti sono figure connesse in ogni centro di controllo delle masse: polizia, informazione e naturalmente industria. Adolfo Celi nel ruolo dell’industriale Nosferatu è dunque il grande regista che non si fa scrupoli a trattare i consumatori sostanzialmente come cavie o vittime vere e proprie dei prodotti che sapientemente commercializza in ogni settore. Sostanzialmente si sarebbe potuto sviluppare con dei risultati ben superiori, ma i limiti di budget e di regia sono evidenti (nonostante una caratterizzazione dei personaggi guidati da un eccellente, come sempre, Adolfo Celi). Tre belle idee nella storia: le Fiat 500 che svolgono il ruolo di aguzzini nella sconfinata tenuta di Nosferatu; la bella sequenza della riunione tra Nosferatu e i suoi dirigenti che diviene una sarabanda di cinismo e spietatezza ed infine la “trasformazione” della ragazza che una volta posseduta dal vampiro abbandona le idee di indipendenza e trasgressione per puntare ad un incarico in azienda e possibilmente ad una vita con marito e figli. Sempre ispirandosi liberamente ad un altro classico dell’orrore, qualche anno dopo Steno realizzerà il farsesco Dottor Jekyll e gentile signora con Paolo Villaggio, ove anche in quel caso vediamo un mondo letteralmente comandato da un’ èlite di spietati capitalisti.

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