Regia di Iain Softley vedi scheda film
Strano fascino ipnotico per un horror ambientato nei pressi di New Orleans, prima che questa diventasse davvero una città fantasma. L’infermiera Caroline viene contattata da un avvocato per conto di Violet, rimasta in casa col marito immobilizzato da un ictus. Ma ben presto, in quella casa nelle campagne della Louisiana, cominciano a verificarsi strani fenomeni. Dietro ci sono i riti dei neri del Sud, il blues come “musica del diavolo” e insomma uno strano armamentario di memorie sepolte dai tempi della schiavitù. Il “southern” è un genere che per sua natura tende al gotico, sin dai tempi di Mark Twain; lo stesso Poe era cresciuto in Virginia, e le sue “case cadenti”, oltre che sui castelli europei, sono modellate sulle magioni cadenti del Sud. Questo film è un epigono rispettabile, che all’inizio ricorda certi titoli del filone Baby Jane e certe scenografie alla Improvvisamente l’estate scorsa. È forse troppo lungo, difetta di ritmo, è meccanico in molti passaggi (il regista Softley è sempre stato un piatto illustratore), ma, oltre a evocare atmosfere ricche di fascino, ha una trovata finale che lo solleva nettamente al di sopra della media del genere, con qualche spruzzo di metacinema. Kate Hudson come urlatrice horror è discreta, mentre sono tutti da godere i gigioneggiamenti di Gena Rowlands e John Hurt.
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