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Ghostbusters - Acchiappafantasmi

Regia di Ivan Reitman vedi scheda film

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La recensione su Ghostbusters - Acchiappafantasmi

di giurista81
9 stelle

 

Capolavoro parodistico che smitizza sia il genere horror cinematografico sia quello letterario della prima metà del novecento (si pensi al Carnacki di William Hope Hodgson, il primo soggetto definito un Ghost Finder) e, allo stesso tempo, si prende gioco circa il ritorno di quel paranormale che andava in particolare voga a fine ottocento, riuscendo ad avviare un franchising che si è sviluppato sia sul versante dei giocattoli/videogiochi sia su quello dell'abbigliamento per non parlare della musica e delle parallele serie cartoons.

Chi ha vissuto negli anni ottanta non può non ricordare la rilevanza che questo film ha avuto. Un'influenza che ne ha fatto un film che potremmo definire epocale.

Il copione è frutto del lavoro di due degli attori principali della pellicola: Dan Aykroyd e Harold Ramis. Basandosi sull'idea dell'esistenza di organizzazioni votate allo studio di ogni forma di paranormale, i due giovani artisti concepiscono la storia scegliendo di scommettere su un piccolo gruppo di professori e studenti universitari fuori corso cacciati dall'ateneo per scarsi risultati raggiunti. Costretti a inventarsi un lavoro, i “nostri” organizzeranno una squadra di pronto intervento che guarda, per organizzazione e struttura, sia ai vigili del fuoco, sia alla figura degli investigatori privati sia, e soprattutto, a quella dei disinfestatori di scarafaggi. I loro strumenti sono alquanto improbabili, così come le loro tute operative li rendono simili ad astronauti. Caciaroni e casinisti, tra un danno e un altro, gli acchiappafantasmi riescono a prendere confidenza col lavoro e a dimostrare che il paranormale esiste davvero, ricevendo la stima dei giornalisti e persino del sindaco della città. Il film funziona alla grande, diverte e tiene incollati alla poltrona. Le battute sono esilaranti. “Se c'è lo stipendio fisso, io credo a tutto quello che dice” afferma un aspirante acchiappafantasmi, quando gli viene chiesta la sua idea sul paranormale. Notevoli sono poi gli effetti speciali, per l'epoca decisamente avanzati e copiosi, e la fotografia.

È probabilmente meno forte sul versante delle interpretazioni. Aykroyd è già un mito del parodistico, pur avendo appena trentadue anni. Arriva alla pellicola dopo i pazzeschi successi riscontrati con The Blues Brothers (1980) e Una Poltrona per Due (1983). È un attore che agisce bene come spalla di un personaggio più carismatico. Non a caso, nell'occasione, è il caustico Bill Murray a essere promosso leader del gruppo, pur non essendo un gigione. Aykroyd non ne approfitta. Resta in ombra, essendo funzionato assai meglio con Belushi ed Eddie Murphy (entrambi contattati per la pellicola). Se non avesse fatto altro prima di Ghostbusters sarebbe stato dimenticabile. Da provetto allievo di John Landis, si conferma invece grande talento in scrittura nel miscelare alla commedia generi diversi. Dopo aver scritto con Landis il copione di The Blues Brothers, concepisce un altro piccolo capolavoro, mantenendo un taglio che evita il demenziale (pur parlando di una materia dove sarebbe ben stato facile cadervi) e, al tempo stesso, contamina il comico con un horror piuttosto marcato e d'effetto. Le lezioni ricevute da John Landis sono piuttosto evidenti e fanno di Aykroyd un degno allievo. La sua è un'operazione che, per via diversa, cercherà in quegli anni di ripetere John Carpenter con Grosso Guaio a Chinatown (1986) non riuscendo a ottenere il medesimo successo.

Aykroyd viene supportato nello sforzo dal meno talentuoso, in recitazione, Harold Ramis, a cui va il ruolo del “disinfestatore paranormale” più geniale del gruppo, quello che parla in modo lento e con voce cavernosa. Ramis è un'artista con un profilo similare a quello di Aykroyd, non a caso, qualche anno dopo, sceneggerà un altro cult assoluto come Ricomincio da Capo (1993). È il regista Ivan Reitman, che girerà altre indovinate commistioni tra azione e commedia interpretate da Schwarzenegger quali Junior (1994), Un Poliziotto alle Elementari (1990) e I Gemelli (1988), a portarselo dietro, insieme a Murray, da Stripes – Un Plotone di Svitati. Produttore di John Landis (Animal House), Reitman scommette sul progetto e decide di finanziarlo e di riservarsi la regia. Il soggetto di Aykroyd viene così fatto sviluppare col supporto di Ramis, attore-sceneggiatore di fiducia del regista. Al gruppo si aggiunge una sexy Sigourney Weaver, in veste di cliente dell'improbabile gruppo e persino di posseduta (con rimandi parodistici a L'Esorcista), che dimostra di interpretare altrettanto bene ruoli meno action di quelli avuti in Alien e più incentrati sulla femminilità.

La miscela è esplosiva e viene resa atomica dal coinvolgimento di Richard Edlund, autentico mago degli effetti speciali. Già premiato con svariati Oscar per i migliori effetti speciali. Edlund è l'asso che con Star Wars ha decretato, di fatto, la fine della competitività delle piccole produzioni di genere italiane sul finire degli anni settanta. Suoi anche gli effetti speciali, premiati con una statuetta, di Poltergeist di Tobe Hooper. Edlund strappa l'ennesima nomination all'oscar rendendo Ghostbusters un incredibile spettacolo visivo. Dopo aver realizzato effetti visivi quali fantasmi e mostriciattoli volanti (il non ancora caratterizzato Slimer), concepisce sovrapposizioni che hanno una grossa presa visiva: gargoyle a forma di cane che prendono vita, raggi laser, nubi nere che avvolgono la città, un background disegnato e messo di sfondo agli attori a simulare la città avvolta da un cielo purpureo e poi esplosioni, effetti nebbia, palazzi sventrati da detonazioni e soprattutto l'arrivo, da modello King Kong (si arrampica anche lui su un grattacielo), dell'Uomo della Pubblicità dei Marshmallow. È l'apice dello spettacolo e, per essere nel 1984, un lavoro incredibile ed eccezionale che avrebbe meritato l'oscar. Edlund, tra l'altro, si presenta alla notte delle statuette con due candidature sulle tre disponibili (l'altra con 2010 – L'Anno del Contatto, sequel de Odissea nello Spazio). Non riesce però a vincere. Lo battono Dennis Muren e relativa squadra che ottengono l'ambito riconoscimento grazie a Indiana Jones e il Tempio Maledetto.

Strappa una candidatura all'oscar anche l'altrettanto spettacolare colonna sonora rappresentata dalla canzone Ghostbusters di Ray Parker jr, un pezzo che continua a essere un evergreen. Purtroppo Parker jr si scontra con un colosso come Stevie Wonder che sbaraglia la concorrenza con il brano I Just Called to Say I Love You inserito a commento sonoro del film La Signora in Rosso.

Arrivano però i riconoscimenti dai festival tematici. Ghostbusters vince il Saturn Award quale “miglior film fantasy”, è “film dell'anno” ai Golden Screen, Premio BATFA a Ray Parker jr per “migliore canzone”, “Miglior film per famiglie” al Young Artist Award, tre nomination ai Golden Globe dove riceve attenzioni anche Bill Murray (nominationquale miglior attore in un film commedia) e “candidatura per la migliore rappresentazione drammatica” al Premio Hugo. A questo si aggiungono i circa 300 milioni di dollari di incasso.

Niente male davvero, per una pellicola immortale. Da sottolineare anche la grafica, i loghi e la cura realizzativa. Possiamo definire Ghostbusters con una sola parola: capolavoro.

Avrà un sequel, tre serie animate e un reboot.

 

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