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Ghostbusters - Acchiappafantasmi

Regia di Ivan Reitman vedi scheda film

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La recensione su Ghostbusters - Acchiappafantasmi

di Indy68
10 stelle

Le prime leggendarie stagioni dello show comico statunitense ‘Saturday Night live’ hanno visto l’affermazione di una storica generazione di comici, autentici performer di immane talento e presenza scenica tra i quali, soprattutto si devono ricordare John Belushi e Dan Aykroyd. Dalla televisione al cinema il passo fu breve e obbligato: una così fervida e dirompente creatività non poteva e doveva rimanere limitata dagli angusti confini del piccolo schermo. Nacque così, il filone cinematografico etichettato riduttivamente come ‘comico-demenziale’ con titoli che restano capolavori storici del cinema americano: ‘Animal House’ (di John Landis) ‘1941 allarme a Hollywood’ (di Steven Spielberg), ‘The Blues Brothers’ (ancora di Landis) nel quale si consacra definitivamente la coppia comica formata dai citati John Belushi e Dan Aykroyd. Quest’ultimo, anche sceneggiatore (ha già partecipato alla stesura dei copioni di ‘The Blues Brothers’) nei primi anni ’80 comincia a scrivere un soggetto su un film legato al genere fantastico: i recenti studi sulla fisica quantistica l’hanno colpito ed ha in testa, da appassionato del paranormale, una storia su una squadra speciale che viaggia nel tempo e nello spazio per dare la caccia ai poltergeist. Per il ruolo di protagonista ha in mente l’amico e sodale John Belushi. L’originale trattamento deve però essere rivisto: il giovane attore amico di Aykroyd viene a mancare prematuramente, inoltre la trama prevede un budget troppo elevato. Con la collaborazione di Harold Ramis (sceneggiatore ed anche regista, tra i suoi lavori: ‘Mi sdoppio in 4’ ‘Ricomincio da capo’ ‘The Ice Harvest’) che reciterà anche nel ruolo di un acchiappafantasmi si arriva al testo definitivo; il leading role va ad un altro attore, sulla strada di una strameritata consacrazione: Bill Murray grande talento, non solo comico. Alla regia Ivan Reitman (che dirigerà qualche altra buona pellicola ‘Pericolosamente insieme’, ‘Dave presidente per un giorno’ prima di un repentino e inaspettato declino ‘Evolution’ ‘la mia super ex ragazza’).
Il film che esce lo stesso anno di ‘Indiana Jones ed il tempio maledetto’ e ‘Gremlins’ è un successo mondiale travolgente.
Se lo merita: iscrivibile al filone delle pellicole sopra ricordate (ed artisticamente allo stesso livello, poi forse, non più eguagliato), è un divertente, caustico, irridente, elegante pandemonio condito con abbondanti dosi di humour ed ironia.

Il cast è affiatatissimo oltre ai già citati, Aykroyd, Ramis e Murray (i tre ghostbusters Raymond Stanz, Egon Spengler, Peter Venkman) si aggiunge la presenza spiritosa e affascinante di una splendida Sigourney Weaver (nel ruolo di Dana Barrett violoncellista il cui appartamento è infestato), poi i simpaticissimi comprimari: Rick Moranis (Louis, il contabile vicino di casa di Dana), Annie Potts (Janine la segretaria), Ernie Hudson (il quarto acchiappafantasmi Winston Zeddemore), William Atherton (il molesto funzionario statale Walter Peck).
Pellicola memorabile: gag irresistibili, effetti speciali -per l’epoca notevoli- fantasmi e fantasmini tanto molesti quanto ‘complici’ spalle comiche, senza rinunciare a delle maliziose stoccate alla stolida burocrazia del servizio pubblico come ai giochi di potere di politica e Chiesa (da ricordare gli scambi di battute tra il sindaco ed il vescovo di NY). Rimangono nella memoria quelle carrellate mentre trionfalmente i ghostbusters vanno ad affrontare il terribile demone sumero Gozer tra ali di folla gremita, a rappresentare i tipici riti del melting pot newyorchese. E una lunga serie di battute da mandare a memoria.
Mentre, tutto intorno, aleggia un’impalpabile presenza bonaria: il primo spirito a restare acchiappato nel film è proprio quello di John Belushi, quello delle sue indimenticabili maschere comiche, come dichiarò affettuosamente al tempo dell’uscita nelle sale, il fraterno amico Aykroyd.
Sulle note dell’omonima e orecchiabile canzoncina che accompagna i titoli di coda, non si possono ignorare fitte di malinconica nostalgia.

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