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Ghostbusters - Acchiappafantasmi

Regia di Ivan Reitman vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Ghostbusters - Acchiappafantasmi

di Dany9007
9 stelle

Ci sono film che oltre al loro valore puramente artistico hanno soprattutto sancito nell’immaginario collettivo un’epoca, un posto, un momento particolare del cinema.

È l’esempio di Ghostbusters che di per sé riprende un’idea neanche tanto fresca: una parodia del mondo degli spettri, con una commistione di commedia e horror.

Beh fin dai primi anni ’30 questi due generi sono andati volentieri a braccetto: Stanio e Ollio si cimentarono in più occasioni a mettere insieme queste due componenti con risultati esilaranti (corti come Annuncio matrimoniale, L’eredità e Il fantasma stregato sono alcuni esempi di questa alchimia ben riuscita), la Disney nel 1937 realizza il cortometraggio Topolino e i fantasmi in cui insieme a Pippo e Paperino formano proprio un trio di “acchiappafantasmi” con tanto di agenzia dedicata a questo scopo (solo io ci vedo parecchie similitudini?), seguirono Gianni e Pinotto che fecero irruzione nel genere come nelle avventure contro L’uomo invisibile o il Dottor Jekyll. Negli anni ’80 poteva anche essere considerata una sfida tornare ad una commistione di questo tipo. Tuttavia l’idea si sviluppa in un modo davvero affiatato e pirotecnico da non lasciare spazio a momenti di noia o di dispersione. Al contrario un inizio che può far pensare ad un elemento horrorifico si tramuta presto in una delle sequenze più divertenti ed emblematiche del film: il “pigliala!!!!!!” con risultati deludenti nel tentativo di cattura del fantasma in biblioteca.

A dire il vero un po’ tutti i passaggi del film sono diventati dei cult: il golosissimo Slimer, l’edificio sul central park che diventa teatro della reincarnazione della divintà Gozer, l’enorme mascotte dei marshmallow, le mostruose creature che appaiono nel frigorifero di Sigurney Weaver. Ma anche i personaggi stessi sono riusciti ad identificarsi benissimo con una simpatia ed una caratterizzazione strabiliante: su tutti Bill Murray opera il ruolo del mattatore, ma pensiamo anche ai meravigliosi Dan Aykroyd e Harold Ramis il primo più allampanato e ingenuo, il secondo che è una sorta di nuovo mad doctor secchione che vive del proprio lavoro (“colleziono spore, muffe e funghi”); sarebbe ingiusto dimenticare anche il 4° Ghosbuster, Ernie Hudson che si aggiunge nella seconda parte del film. Ma come dimenticare anche il pedante contabile interpretato da Rick Moranis (memorabile la sequenza del party in casa in cui indica anche i dettagli della dichiarazione dei redditi di ciascun ospite/cliente), la divertente Annie Potts nel ruolo di Janine, impiegata annoiata con la “faccia da cernia” che avrà un ruolo più ampio nel secondo capitolo; ed infine l’affascinante Sigurney Weaver all’apice della carriera che da affascinante cliente passa a “posseduta” con qualche reminiscenza de L’esorcista. Per l’epoca è stato fatto anche un gran lavoro di effetti speciali: le apparizioni dei fantasmi sono tutte ancora oggi ben orchestrate ed è difficile da dimenticare “l’invasione” degli spettri che si diffondono tra i grattaceli di New York sulle note di Believe it’s magic. E poi un contributo fondamentale è dato dalla colonna sonora: dalle musiche di Elmer Bernstein alla memorabile canzone di Ray Parker jr. Bisogna anche rendere merito a questo film di aver saputo sfruttare appieno la location di New York, a cui va l’elogio finale di Ernie Hudson.

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