Regia di Monte Hellman vedi scheda film
Tre cowboys di passaggio trascorrono una notte nel covo dei banditi che hanno appena assaltato una diligenza. L’indomani gli uomini dello sceriffo circondano la capanna e inevitabilmente li scambiano per complici: uno rimane ucciso, gli altri due riescono a fuggire, vengono braccati e trovano rifugio in una fattoria. Western scarno e dall’apparenza molto convenzionale, tutto giocato sull’ostentata banalità dei luoghi comuni, quasi rallentato per consentire all’attenzione di soffermarsi su certi dettagli (es. la scena dell’impiccagione). È anche un western senza veri cattivi: i tre cowboys sono accusati ingiustamente, l’agricoltore vorrebbe solo lavorare in pace, i tutori della legge svolgono il loro compito con scrupolo, anche i banditi si mostrano affabili verso gli imprevisti ospiti; eppure tutti, prima o poi, procurano del male a qualcun altro. Le colline del titolo non si vedono mai, rappresentano la salvezza lontana (perché fuori della giurisdizione dello sceriffo) verso cui alla fine vediamo dirigersi Nicholson. Non mi spingerei a usare l’aggettivo “metafisico”, ma certo si ha l’impressione di una voluta scarnificazione degli elementi tipici del genere.
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