Regia di Monte Hellman vedi scheda film
E' un western minimalista, niente affatto epico, che ricorda un po' quelli di Bud Boetticher. Nei primi minuti non si capisce dove il regista voglia andare a parare, ma presto ci si trova dentro ad una vicenda tesa e coinvolgente. Il mondo in cui essa si svolge è un west spietato, popolato da banditi e da bande di forcaioli, che prima impiccano e poi chiedono chi era (come si dice nei dialoghi). Tra i delinquenti e i "vigilantes" non c'è differenza morale. A margine di questi individui, e schiacciati da essi, ci sono dei poveracci senza arte ne parte, che vengono però coinvolti in modo fortuito nello scontro spietato tra i due gruppi di mascalzoni. Questo più o meno il quadro. Monte Hellmann dirige in modo sobrio e per niente spettacolare, con pochi movimenti di macchina. I personaggi sono tratteggiati con pochi tratti, e di loro si viene anche a sapere poco; tuttavia quel poco è incisivo ed interessante. Nessuno di essi, comunque, è molto buono. Solo tra i due personaggi principali c'è una certa amicizia e solidarietà. Un tipo non cattivo ma meschino è l'uomo della famigliola sperduta tra i monti: è così attaccato ai cavalli che non esita a fare follie pur di impedirne il furto. Madre e figlia, da parte loro, sono due donne fredde e piuttosto egoiste. Il film è molto anche di Jack Nicholson: vi recita, coproduce, e cosceneggia.
Il finale, con quella lunga inquadratura sul tramonto e il lento sfumare dell'immagine, è una buona idea di regia, e chiude nel modo giusto questo film asciutto ed essenziale. Mi è piaciuta l'ambientazione in un deserto in versione primaverile, con tanta erba verde.
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