Regia di Jerry Zucker vedi scheda film
I film sentimentali dalla critica sono considerati alla stregua del porno o quasi come considerazione, nonostante la rivalutazione dei film marcatamente di genere avvenuta negli ultimi 30 anni ed in effetti verrebbe da dargli ragione vista la qualità mediocre di tale pellicole, crollate drasticamente nella qualità. Se Pretty Woman (1989) aveva ucciso la commedia romantica, l'osannatissimo Ghost - Fantasma (1990) di Jerry Zucker sfascia invece il melodramma, con una storia di amore, morte e trascendenza dei sentimenti che vorrebbe battere sul ricordo da parte dei vivi di coloro che sono morti, quando invece sviluppa il tutto con mano pesante sul lato melenso e superficiale, da risultare alla lunga pesantemente indigesto. Molly (Demi Moore) e Sam (Patrick Swayze) sono quello che si direbbe una coppia perfetta, entrambi giovani pieni di speranze, lui impiegato di banca, lei una modellatrice di vasi. Dopo l'ennesima uscita insieme, subiscono un tentativo di rapina che finisce tragicamente con la morte di Sam, il quale rifiuta di ascendere al Paradiso, diventando così un fantasma, non visibile ai viventi e destinato a condurre tale esistenza fino a che i motivi cui lo tengono legato al piano terreno vengono meno.
Un melodramma che batte tasti risaputi, a cominciare dal fatto che la dolce Molly non scordera' mai il suo amato ed il fantasma di Sam, che vuole fare di tutto per proteggere la sua ragazza e cercare un modo di incontrarla per l'ultima volta, parando in una storia che vuole andare avanti a suon di sentimentalismo a buon mercato, lacrime facili e un tasso di zucchero insopportabile, arrivando a gonfiare il film di un sacco di roba, che finisce con il renderlo il perfetto esempio di quello che in gergo viene definito un "polpettone sentimentale".
Joel Rubin vincitore di un'oscar miglior sceneggiatura rubatissimo, non si contenta di scrivere un semplice melodramma, ma cerca di inserire anche inserti da commedia tramite il personaggio della medium Oda (Whoopi Goldberg) e addirittura una componente thriller-criminale che diventa sempre più preponderante nel corso della narrazione tramite il personaggio di Carl (Tony Goldwyn), quindi il nostro caro fantasma inizialmente invisibile per tutti, prima interagisce con una medium, poi diventa in grado di spostare oggetti, si concede un ballo con l'amata (ma il regista furbescamente sorvola sul fatto che sia Whoopi Goldberg a ballare e ci mostra Patrick Swayze, timore di fraintendimenti lesbici?) e nel finale ha anche uno scontro fisico con coloro che sono stati responsabili della sua morte. Un uso secondo la convenienza del momento, anche perché si vede come il regista Jerry Zucker sia a disagio sia con la componente fantasy con degli scadimenti pacchiani con gli spiriti cattivi, che visti oggi scatenano grasse risate quando compaiono e sia nel melodramma, con una gestione pessima nei tempi che non riesce mai a maneggiare, sin dalla prima quanto imbarazzante scena d'amore tra Sam e Molly, con il vaso usato goffamente come transfert erotico, quando tutto è sotto gli occhi dello spettatore, procedendo con scene dolciastre e insostenibili, con un ritmo sempre più lento ed indigesto nella gestione. Il personaggio di Oda grazie alla sua interprete Woophi Goldberg strappa per lo meno qualche risata, rendendo possibile giungere fino alla fine, l'oscar è stato esagerato, ma per lo meno risulta è un raggio di luce nel mare del nulla cinematografico visto che Demi Moore recita con la sua consueta espressione da gatta morta, mentre Patrick Swayze è irriconoscibile rispetto alla prova fornita nel grande Point Break nello stesso anno. Zucker centra tutti i punti che possono facilmente emozionare il pubblico (specie quello femminile) arrivando a scelte di messa in scena e narrative molto ruffiane a cominciare da una colonna sonora lacrimevole abusata numerose volte e dal fatto che il nostro protagonista alla fine seppur responsabile di due omicidi, vada in paradiso tranquillamente come se nulla fosse, mentre le malcapitate vittime vengono prese dagli spiriti maligni. Se il pubblico è stato in grado di regalare a questa sbobba oltre 500 milioni (su un budget di circa 25), è inspiegabile il consenso critico intorno a questa papponata indigeribile, che ebbe ben 5 nomination agli Oscar tra cui due vittorie e che ancora oggi gode di buona considerazione, quando invece ha contribuito ad affossare il genere al cinema in modo irreversibile.
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