Regia di Jerry Zucker vedi scheda film
La vita del cinefilo un pò snob non può essere fatta solo di cosiddetto "cinema d'autore", ogni tanto bisogna dedicarsi un pò anche ai blockbuster. "Ghost" di Zucker è un film che a distanza di quasi trent'anni si è trasformato in un oggetto di culto, accolto da un grandissimo successo mondiale alla sua uscita e poi sempre più radicato nella memoria collettiva grazie ai tanti passaggi televisivi. Sopravvalutato? Carino? Furbetto? E' un film che punta alla commozione dello spettatore, volendo risultare quasi un aggiornamento di "Love story" con elementi di riflessione sulla spiritualità e sul passaggio dalla vita alla morte, sulla presenza dei defunti tra noi ecc. Temi non proprio facilissimi che lo script di Bruce Joel Rubin vuole veicolare in una chiave romantica per far sognare le anime tenere: a giudicare dagli incassi ci è riuscito bene, ma la trama soffre di certe incongruenze che mettono un pò alla prova la resistenza dello spettatore, con questo fantasma che prima è visibile solo ad una medium, ma verso la fine smuove oggetti, riesce quasi a lottare corpo a corpo contro il nemico e può perfino fare un ultimo ballo con la sua amata. E anche le scene dei cattivi che dopo la morte vengono prelevati dagli spiriti punitivi scadono un po' nel pacchiano. Lo script di Rubin non meritava comunque un Oscar, la regia di Zucker è abbastanza movimentata ma concede troppo spazio alla melassa hollywoodiana, fra gli attori si distingue naturalmente Whopee Goldberg che può contare sulle battute migliori, con una Demi Moore abbastanza convincente nei momenti più emotivi, un Patrick Swayze solo corretto e un Tony Goldwyn che fa un cattivo abbastanza stereotipato. La canzone "Unchained melody" viene eletta a simbolo del romanticismo anni 90, quasi alla "As time goes by", ma alla fine dei conti resta un pò poco per farne davvero quel mito che i suoi ammiratori vorrebbero.
voto 6/10
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