Regia di Dario Argento vedi scheda film
Cinefilia voyeuristica. Lo sguardo attraverso la cornice di una finestra equivale a un'inquadratura: in questo film l'obiettivo si sostituisce platealmente all'occhio, anche nelle riprese in soggettiva, perché cinematografica è la prospettiva da cui il protagonista Giulio scruta la realtà. Per lui indagare significa catturare mentalmente immagini, per trovare nei gesti le risposte ai suoi dubbi e alle sue curiosità. Questo è l'apprezzabile sfondo artistico dell'opera, la quale, tuttavia, è zoppicante nella trama e discontinua nella sceneggiatura, con accenti troppo smaccatamente televisivi. Lo spunto a cui è ispirato il titolo è realizzato con poco slancio ed estro insufficiente: Dario Argento trasferisce nella Torino contemporanea elementi hitchcockiani, ma le citazioni cinematografiche sembrano inserite a forza, come espedienti a buon mercato per dare lustro ad un giallo di per sé insignificante. Il finale è convulso e sfilacciato, e chiude malamente un racconto disorganico, punteggiato da singoli, inutili picchi di tensione.
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