Regia di Rodrigo García vedi scheda film
Prendi nove film-verità di quelli che passano nei pomeriggi d'estate sulle reti Mediaset, aggiungi qualche articolo zeppo di sciocchezze scritto da qualche sedicente psicologo sulle affermate riviste femminili, un pizzico di fotografia da fiction TV, una spruzzata di piano sequenza che fanno tanto citazione autoriale e metti tutto nel frullatore multiuso della mamma. Quando hai ottenuto il composto finale, separa le bucce dalla parte liquida e con esse componi il film. Mi sono chiesto, mentre scorrevano i titoli di coda, come fosse riuscito il regista a farselo selezionare a Locarno, ma soprattutto in che modo avesse ottenuto la vittoria. Sarà, forse, per l'insieme di nomi altisonanti che si impegnano ben oltre la qualità del film in ottime prove di recitazione? La buona idea programmatica di nove racconti sospesi si disperde nell'incapacità del regista di gestire proprio la frammentarità, così che il risultato mi sembra solo un'insulsa accozzaglia di parole e di gesti senza capo ne coda. Un qualche senso, un barlume di emozione vibrano appena negli episodi che vedono protagonista una fantasticamente dimessa Sissy Spacek ma tutto è sommerso in questo film dall'ovvietà delle storie che raggiungono l'apoteosi nel prevedibile finale dell'ultimo episodio, nonostante una Glenn Close che anche quando recita al minimo sindacale è a dir poco splendida. Qualcosa di buono deve esserci in questo film se attrici così poco legate al mondo patinato di certo cinema hollywoodiano hanno scelto di interpretarlo ma io proprio non riesco a vederlo. L'opinione è personalissima ma se un caro amico dovesse chiedermi se vale la pena di vederlo, direi sicuramente di no. Non da, non prende e non aggiunge niente ma, soprattutto, non aiuta le donne.
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