Regia di John Harrison vedi scheda film
Molti anni fa......a dire il vero ci sarebbero da scrivere fiumi di parole per un evento del genere. L'aver riesumato la saga di Dune ed averne fatto un film piuttosto lungo ed elaborato la dice tutta sulla voglia e la volontà di rendere omaggio all'omonimo romanzo.
All'epoca avevamo visto ed apprezzato il capolavoro di David Lynch il limite del quale risiedeva nella durata non eccessiva per un romanzo epocale. Ci ha pensato Frank Herbert a rimediare sfornando dal cilindro un'idea straordinaria piena di effetti speciali splendidi e soprattutto di PATHOS vero e proprio ed ormai palpabile.
Sul leit motif di "la spezia deve fluire", proclamato dalla Gilda spaziale, scorrono le ore dove tu e lo schermo siete tutt'uno e mentre le faide fra le case regnanti giungono al loro triste compimento, muore l'illustre Duca Leto Atreides e nasce un mito, incarnato nel figlio Paul (soprannominato in seguito Muad'dib) un eroe che al pari di Enea sfuggito da Troia con il padre Anchise sulle spalle darà vita ad una nuova visione del mondo guidando i terribili Fremen alla rivolta ed all'affrancamento dei tanto odiati sfruttatori Arkonnen. Paul Atreides, interpretato abbastanza decentemente da Alec Newmann rispolvera il mito del Messia tanto atteso da molte religioni e si cala perfettamente nella parte del giustiziere senza paura (la paura uccide la mente) che nel contempo è sempre più consapevole del suo incredibile potere e ruolo nell'universo accettando senza remore il proprio ineluttabile destino.
Devo dire che avevo molto apprezzato il lavoro di Lynch e quando quel giorno del 1998 (o giù di li) mentre mi trovavo in un grande supermercato, mi ritrovai fra le mani l'allora cofanetto contenente le tre videocassette, pensai subito a qualche stupidaggine commerciale. Grande invece fu la mia sorpresa nel constatare che si trattava di tutt'altra cosa e da allora mi ci sono davvero affezionato. Quando poi un giorno trovai per puro caso in rete la notizia del seguito di Dune, mi precipitai immediatamente sulla miniserie. Ora i due colossi (di una durata complessiva di circa 9 ore, sono colonne portanti della mia raccolta cinematografica ed almeno una volta all'anno mi concedo una "due giorni" per godermi con sempre rinnovato interesse questo fantastico contributo al genere fantasy. Daltronde, se un grande personaggio della musica Rock come Steve Harris, bassista e compositore principale del gruppo Iron Maiden si ê cimentato con una canzone come "to tame a land", un buon motivo certamente ci sarà pure...
Per coloro che vogliiono trovare a tutti i costi il pelo nell'uovo, li invito a riflettere sulle attuali produzioni di Hollywood, che certamente non brillano per impegno ne tantomeno per il dispiego di ingenti mezzi o luoghi caratteristici. Oggi purtroppo si punta al risparmio e la creativià sembra sia giunta al capolinea.
Dune è stato concepito "quando il mondo non era più giovane, ma ancora emergeva qualche sporadico anelito di buona volontà". Oggi una cosa del genere non la pensa più nessuno.
Onore e gloria quindi al merito e nella speranza di ritrovare in futuro la verve di un tempo, godiamoci i frutti più maturi che il cinema ci ha saputo dare.
Tutto sommato convincente, ardore e coraggio, freddezza e calcolo, visionario a sufficienza per incarnare e sostenere il peso di un mito
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