Espandi menu
cerca
Getaway!

Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film

Recensioni

L'autore

scapigliato

scapigliato

Iscritto dall'8 dicembre 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 136
  • Post 124
  • Recensioni 1369
  • Playlist 67
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Getaway!

di scapigliato
8 stelle

Secco e rappresentativo. I famosi marchi di fabbrica di Sam Peckinpah, ovvero i rallenti, le ellissi, i cambiamenti di ritmo, il montaggio rapido e alternato, e anche anticipato proprio come in "Getaway!", li troviamo seminati per tutta la pellicola, ma la secchezza della storia, sceneggiata da Walter Hill e raccontata a suo tempo da Jim Thompson, riguarda l'incedere dei due protagonisti. Sembrerebbe facilmente distinguibile una componente tecnica e una narrativa. La prima è riconoscibilissima nei suoi marchi di fabbrica, la seconda è individuabile negli scarti intimistici tra Steve McQueen e Ali McGraw, tant'è che un famoso rallenti montato in anticipato e alternato, riguarda un momento felice della coppia, e non la solita carneficina peckinphiana. I due straordinari interpreti, il cui stile asciutto è storicamente efficace ed affascinante, sono segni che portano sì il nobile significato dei perdenti, ma non sono esseri autodistruttivi come le due figure elevate a Mito di Bonnie e Clyde, dell'omonimo film di Arthur Penn con Warren Beatty, Gene Hackman e Faye Dunaway. Se il vecchio Sam ha fatto questa scelta rivoluzionaria all'interno di un genere, quello gangsteristico/poliziesco in cui i protagonisti maledetti ci lasciano la pelle romanticamente, credo sia per continuare il suo personale discorso sulle anime speciali, diverse, altre. I suoi novelli Bonnie e Clyde, seppur maledetti, dovevano trovare un punto di fuga in cui elevarsi e sparire, a differenza di chi, morendo, dava ugualmente un aspetto monumentale del proprio personaggio ribelle. Ci sono ribellioni che è giusto ed efficace rappresentare con morti maledette, e ribellioni, invece, che ha più senso rappresentare con una beffa e una pseudo vittoria finale (e "Convoy" lo ridimostrerà, e a suo modo anche "The Osterman Weekend"). Infatti Doc McCoy e la sua bella Carol hanno un istinto conservatore piuttosto che autodistruttivo, per come la dice anche il Caprara. Rimanere eticamente ribelli, restare in un mondo tronfio e falso invece che sparire, è un dovere di chi porta nel DNA un istinto di rivalsa come quello di Doc. Morire, sparire, autodistruggersi, sarebbe stato sbagliato.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati