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Bubble

Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film

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La recensione su Bubble

di alexio350
8 stelle

Kyle è un ragazzo che non ha terminato gli studi per via di attacchi d’ansia e che per guadagnarsi il pane lavora come operaio in una azienda che produce bambole. Sua compagnia di lavoro è Martha, una donna piuttosto in carne che vive da sola con il padre ormai anziano e considera Kyle il suo migliore amico. Il monotono equilibrio delle loro giornate sarà sconvolto quando nella ditta dove lavorano arriva Rose, una ragazza-madre spigliata che sbarca il lunario in maniera non sempre onesta. In pochi giorni l’arrivo della ragazza - che sconvolge il rapporto tra Kyle e Martha - porterà ad esiti drammatici. 

 

In questo film Soderbergh dipinge la periferia americana come uno scenario brullo e grigio in cui le esistenze dei protagonisti - ultimi o quasi ultimi nella catena sociale - galleggiano senza senso apparente e senza alcuna prospettiva per il futuro. Kyle è un bravo ragazzo che sconta sulla sua pelle una timidezza troppo marcata; Martha è evidentemente una donna che non è riuscita - complice un aspetto esteriore non proprio gradevole - a crearsi una vita propria e che è attaccata a Kyle da un affetto morboso. Soderbergh li rappresenta impegnati in un lavoro tanto ripetitivo quanto alienante: dipingere pezzi di plastica per le bambole; staccare pezzi di plastica per assemblarli insieme; il tutto scandisce giornate sempre uguali a se stesse, senza luce né colore. L’arrivo di Rose è un evento nuovo e stuzzicante per Kyle, ancorché effimero: la prima e unica volta in cui escono insieme Rose non esiterà a rubargli dei soldi. La sconosciuta rappresenterà invece una catastrofe completa per Martha, che vedrà in lei una minaccia: colei che può portarle via facilmente il suo solo amico, l’unico appiglio nelle sue giornate. La violenza che esploderà in Martha sarà del tutto involontaria: un muto grido di dolore e un atto di autodifesa contro un destino sordo e tutto in bianco e nero. 

Bubble è un film secco, tanto scarno e parco di immagini e suoni, quanto tagliente e incisivo. Poche note che colpiscono al cuore nel ridarci il ritratto di vite ripiegate in se stesse e protese verso una luce destinata inesorabilmente a spegnersi. 

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