Regia di Lasse Hallström vedi scheda film
Lasse Hallström non fa di certo un filmone di quelli da storia del cinema, ma il film può vantare un ritmo molto sostenuto, pieno di gag riuscite, con dialoghi possibili e simpatici, e soprattutto una messa in scena che nonostante l’esagerato ed inutile digitale è comunque affascinante, sebbene un po’ piatta e incolore. Il film ricalca quelli in costume degli anni ’50 e ’60, brillanti e rocambolesci, scanzonati e con protagonisti simpatiche canaglie che piacevano a tutti: alle donne perchè uomini belli e grandi amatori, agli uomini perchè erano il loro sogno virile, e ai bambini per il carattere avventuroso delle loro vicende. Anche nel “Casanova” di Hallström si respira la stessa aria, anche se di maniera, e si sorride e ci si diverte senza troppi grattacapi. Certo, fa una bella figura tutto il contenuto anticattolico ben rappresentato dal laido castratore dell’Inquisizione vaticana di Jeremy Irons. Così il film non solo diverte, ma piace anche a chi, come il sottoscritto, mal digerisce le disumane regole morali della Chiesa. In più il cast è piacevole, non si può negare. Per una Lena Olin sempre bella e sensuale e per un Oliver Pratt redivivo e assolutamente in parte c’è un Heath Ledger piacione e gigione che si solleva da ogni incarico d’impegno e si concede un film leggero, ma dagli affondi radicali. Il suo Casanova, e crediamo pure quello futuro del giovane Charlie Cox, maldestro e simpatico al punto giusto, è un tombeur de femmes allineato con il buon senso del libertinismo, ma di questo porta solo i caratteri fisici di un irresistibile Heath Ledger e non la carica sovversiva di chi sfida Stato e Chiesa per la propria libertà. Il film infatti poteva essere meno giocoso e più cattivo, ma così com’è è ugualmente piacevole e leggero al punto giusto per guardarlo in pace e serenità, senza pensare a chi già ci sta cercando come eretico.
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