Regia di Stuart Gordon vedi scheda film
Se guardi dentro l'abisso l'abisso inizierà a guardare dentro di te.E'quello che succede a Edmond il protagonista di questo one man show che improvvisamente dietro consiglio di una chiromante cerca di dare una svolta alla propria vita o meglio cerca di dar voce a tutto il marasma che lo inquina nel profondo.Improvvisamente si accorge di non amare più la moglie che lascia senza neanche un perchè e comincia una lenta discesa agli inferi nel ventre lercio di una New York poche volte descritta e dipinta in maniera così maligna.E'un abominio in crescendo,dalla ragazza che lo aggancia nel locale di lap dance,a quella del peep show,al fitness club che serve solo per mascherare un attivita di prostitute di lusso(e lui vuole pagare la prostituta con la carta di credito!),all'incontro con due truffatori del gioco delle tre carte che lo rapinano.Fino a picchiare a sangue uno che voleva rapinarlo e a uccidere una cameriera che chissà perchè aveva accettato di portarselo a casa per una notte di sesso.Finale in prigione con un ribaltamento inaspettato.L'origine è una piece teatrale di Mamet di inizi anni 80 e in qualche punto si sente che gli argomenti di cui si parla ora risuonano come datati,superati.Molte delle bordate di Edmond però vanno a segno e danno da pensare:ogni paura è determinata in fondo da un desiderio?Dentro ognuno di noi c'è del razzismo ben nascosto?La semplicità può essere d'aiuto per uno ansioso?Tutte domande alle quali non è semplice rispondere.Stuart Gordon affermato regsta horror filma un decadimento progressivo,una perdita graduale di moralità senza eccedere in effettacci e particolari truculenti e questo è già un grosso merito.A dir la verità in alcuni frangenti il film ha un tono abbastanza declamatorio che non supera i limiti della rappresentazione teatrale,ma Macy ha un aderenza totale con il suo personaggio,il suo corpo da impiegato,il suo sguardo acquoso,le sue rughe,il suo essere insignificante amplificano il concetto dell'uomo senza qualità,il perfetto signor nessuno capace di gesti eclatanti.Questo è un film che mette a disagio con tutte le sue domande a cui non si risponde,che colpisce basso con l'esplosione di violenza improvvisa,che trasmette squallore con le sue inquadrature quasi documentarstiche di periferie degradate e profondamente immorali.La cinepresa pedina da vicino questo uomo/ megafono pregno di profondo disagio esistenziale.Lo spettatore vede tutto quasi in soggettiva,gli episodi spiacevoli si succedono l'uno all'altro,l'orrore aumenta col passare dei minuti.Poi arriva la quiete,la tranquillità,la sensazione di aver dato un senso a tutto,anche alla propria sessualità. E la prigione può assumere valenza di luogo di riflessione,quasi come un convento di clausura votato allo studio....
apparizione breve
nel peep show...spettacolino per un appassionato
non male
un monologo da paura
particina da sfortunata
eccezionale,prova di incredibile intensità
non eccede in truculenze e firma una scheggia di profonda inquietudine esistenziale
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