Regia di Stuart Gordon vedi scheda film
“Lei vive una vita che non le appartiene”, è il responso di una cartomante a un colletto bianco stanco e frustrato alla fine di una giornata di lavoro. Lui la prende alla lettera: torna a casa, dice addio alla moglie ed esce alla ventura nella notte. A quel punto la trama si fa sempre più grottesca: vediamo un uomo di mezza età che va a donne tirando sul prezzo, resta vittima di truffatori e usurai, riesce inspiegabilmente a rimorchiare la cameriera Julia Stiles, poi va completamente fuori di testa e alla fine si adatta a fare lo schiavetto sessuale di un detenuto nero. Come barzelletta è divertente, e Macy ha la faccia perfetta per il personaggio; quando però si tratta di tirare le fila, filosofeggiando sulla ricerca parossistica dell’autenticità, il film si rivela debole e pretenzioso. Per chiarirsi facendo un paragone con i modelli: funziona finché ricalca Fuori orario, ma banalizza Un giorno di ordinaria follia. Fino all’ultimo ho sperato che venisse spiegata l’insistenza sul numero 115, ma in fondo anche nella vita non possiamo capire tutto.
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