Regia di Scott Derrickson vedi scheda film
L’esorcista rimane sempre L’esorcista. L’unico film, ad oggi, capace di animare i pensieri miei più oscuri accompagnando i miei sogni fino a farli diventare incubi. Il film di Scott Derrickson, a essere sinceri, si impegna non poco e, in parte, ci riesce ma la decisione di articolare il film tra: il processo al prete esorcista, un non troppo convincente Tom Wilkinson, accusato della morte della giovane Emily Rose, interpretata da Jennifer Carpenter con quel suo sguardo elettrizzato dagli occhi sgranati, fa davvero concorrenza a Linda Blair che resta comunque il top di genere, e le suggestive sequenze di possessioni. C’è da dire che quando inizi una pellicola con l’avviso "ispirato ad una storia vera" e parli poi di esorcismo, sai che il connubio tra le due cose provoca un innalzamento della barra d’attenzione che s’impenna vertiginosamente verso l’alto ma poi, almeno in questo caso, si stabilizza a poco più della media servendosi di un racconto diviso tra scetticismo razionale e coscienza religiosa. La bravura dello sceneggiatore sta nella capacità di far ascoltare entrambe le campane senza stordire ne tantomeno confondere i suoni, facendo prevalere la storia sulla paura che resta un contorno importante non estremizzato. Un buon film più piacevole che pauroso.
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