Regia di Scott Derrickson vedi scheda film
Presentato a Venezia al recente festival,con dicreti incassi in patria,giunge anche da noi e si impone nel primo fine settimana nella graduatoria del box-office,questo "legal horror",in cui,in un processo,si ricostruisce l'inquietante vicenda di una ragazza posseduta da forze maligne e del prete che ,nel tentativo di linerarla,l'ha forse fatta morire."Basato su una storia realmente accaduta",riporta una dicitura sui manifesti e prima dell'inizio dello scorrere dei fotogrammi:anche dandola per buona(e,da razionalista,permettetemi un dubbio consistente),c'è da dire che il film,visto in una prospettiva di genere processuale,non possiede il mordente e la tensione necessari a renderlo appassionante.Anche se Laura Linney si conferma interprete brava e concentrata,il suo personaggio di scettica che ha modo di ricredersi nel corso del processo che la vede avvocato della difesa è costruito in maniera abbastanza sommaria:e per quanto riguarda la parte orrorifica,molto minore di quanto il trailer lasciasse supporre(secondo un recente costume dei pubblicitari,cui "Lo squalo" e "Alien",sul centellinamento della paura non deve aver insegnato niente),c'è molto di già visto,come cavalli imbizzarriti,corse di ragazze sotto la pioggia illuminate da luci rossastre,segno che "The ring" e "Suspiria" sono ormai archetipi.La cosa più irritante,però,è la sensazione di propaganda di un Neo-Oscurantismo confermato dalle parole scritte sia nel film che prima dei titoli di coda,che paiono suggellate dall'ala più reazionaria del potere clericale.E,se c'è chi ha accusato W.P.Blatty e William Friedkin di essere vassalli di una strategia del terrore di matrice cattolica,non so davvero come definire il regista Derrickson,che per tre quarti di film fa finta di aver girato una pellicola sobria,per piazzare in fondo l'affondo castigatore.
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