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The Exorcism of Emily Rose

Regia di Scott Derrickson vedi scheda film

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La recensione su The Exorcism of Emily Rose

di undying
6 stelle

Ispirato da un fatto di cronaca narrato dall'antropologa Felicitas Goodman, nel libro "The Exorcism of Anneliese Michel" (1981), Scott Derrickson scrive (assieme a Harris Boardman) e dirige un legal-horror di alto profilo economico, con una protagonista (la strepitosa Jennifer Carpenter) sempre in bilico tra possessione demoniaca e schizofrenia.


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Indagato per la morte di una ragazza, padre Moore (Tom Wilkinson) si ritrova in un’aula di tribunale, sottoposto a pesanti accuse: su suo consiglio, infatti, Emily (Jennifer Carpenter), da tempo soggetta a frequenti crisi epilettiche, ha sospeso le cure mediche. Secondo padre Moore gli strani comportamenti di Emily (resi particolarmente impressionanti da “alterazioni” del tono di voce, dalla conoscenza della lingua latina e da inconsuete posture del corpo) avrebbero avuto origine demoniaca, pertanto non ascrivibili a una patologia neurologica in senso stretto, ma attribuibili esclusivamente alla possessione diabolica. Fuori dalle aule del tribunale, l’avvocato che prende posizione difensiva (Laura Linney) comincia a percepire strani fenomeni, ripetutamente attorno alle 3 di notte. Le circostanze che hanno condotto alla morte Emily si fanno sempre più oscure e inquietanti: la sua drammatica "fine", davvero può essere stata provocata da una possessione diabolica?

 
 

La credulità popolare spesso può indurre a tenere comportamenti pericolosi, deviati, addirittura antisociali. Lo dimostra quel che è avvenuto in Germania, tra il 1973 e il 1976, alla povera studentessa bavarese Anneliese Michel, lasciata morire a soli 23 anni dopo che i familiari hanno deciso di sospendere la terapia medica su consiglio del parroco locale e di un pericolosissimo ”esorcista”, l'ennesimo fanatico religioso di turno. L'intera storia è stata raccontata dettagliatamente, per la prima volta, durante il 1981 da Felicitas D. Goodman - un'antropologa coinvolta personalmente al processo - nel libro The Exorcism of Anneliese Michel, poi ristampato nel 2005 in occasione della distribuzione del film [1]. Questo squallido, tragico, fatto di cronaca sviluppatosi in un contesto di pura superstizione e arretratezza culturale, per quanto assurdo è destinato ciclicamente a ripetersi, addirittura lo stesso anno di uscita (2005) di The Exorcism of Emily Rose, quando in Romania una suora viene fatta morire dopo essere stata crocifissa, per ben tre giorni, da un altro pericoloso esorcista, in grado di attuare un infame trattamento "curativo" con il supporto di altre consorelle, praticando sul corpo della vittima vere e proprie torture di stampo medievale (avvenimento poi liberamente rielaborato, in maniera altrettanto posticcia, in Crucifixion - Il male è stato invocato di Xavier Gens, 2017). Il bello è che, in quello stesso periodo, padre Amorth (surreale protagonista, interpretato da Russell Crowe, del mediocre L'esorcista del papa) in più occasioni ribadiva che "il diavolo esiste e che la possessione diabolica, in Italia, è ad altissimi livelli" (sic!). Al di là delle considerazioni extradiegetiche, il film diretto da Scott Derrickson - co-autore della sceneggiatura assieme a Harris Boardman (entrambi all'opera, in precedenza, per i poco entusiasmanti Urban Legend - Final Cut e Hellraiser 5 – Inferno) - segue, stravolgendone la conclusione, la vicenda raccontata nel libro della Goodman, partendo però dal finale per poi narrare a ritroso, in un'aula di tribunale, la sofferta Via Crucis della sfortunata protagonista. A rendere di qualità tecnica il lungometraggio, oltre all'ispirata regia e a un montaggio che riesce a vivacizzare persino l'intermezzo legale, contribuisce l'impressionante immedesimazione della Carpenter, attrice di enorme talento qui in grado di offrire una strepitosa performance, non priva di sforzi fisici al limite dell’agonismo a causa delle contorte posture assunte in "fase di possessione". Se si esclude un modesto (pur se celebre) esempio di thriller che si svolge all’interno delle aule di un tribunale (L’avvocato del diavolo), The Exorcism of Emily Rose è considerato il primo “legal-horror”: neologismo coniato in occasione del suo passaggio, con plauso di critica e pubblico, alla 62a Mostra di Venezia. Gran parte del merito, circa la qualità puramente speculativa e spettacolare dell'operazione, va certamente attribuito all'ottimo cast artistico. La Carpenter è infatti affiancata nell'interpretazione da Tom Wilkinson (nei panni di padre Moore), uno dei più interessanti interpreti del cinema britannico, e dalla notevole Laura Linney (Mystic RiverThe Mothman Prophecies) in quelli dell’avvocatessa. Pochi e ben realizzati gli effetti speciali, mentre può dirsi ottima la fotografia di Tom Stern. Nella realtà, in una triste giornata di inizio luglio del 1976, la giovane Anneliese morirà dopo mesi di terribile agonia, con il corpo ricoperto di ecchimosi, cicatrici, ferite e lacerazioni, avendo raggiunto il peso di soli 32 Kg, mentre Derrickson e Boardman falsano - finendo per farsi sponsor della religione a tutto vantaggio della dottrina cattolica - fatti, cause e conseguenze che hanno condotto al decesso l'innocente studentessa, lasciando intendere che la responsabilità sia da attribuire unicamente al Maligno. Girato con un budget imponente, 19.000.000 di dollari, il film supera abbondantemente le aspettative della produzione, incassandone ben 30.054.300 dopo il solo primo week end di programmazione in USA e Canada mentre, a livello mondiale, dopo 18 anni dalla realizzazione, ha raggiunto la positiva cifra, in USD, di 145.166.804. Derrickson ha continuato a lavorare in maniera tutt'altro che frenetica nel cinema, coinvolto esclusivamente in produzioni di alto livello, ricoprendo il ruolo di sceneggiatore, produttore e regista. Suoi seguenti successi (da un punto di vista economico) sono stati Sinister (2012), Liberaci dal male (2014), Doctor Strange (kolossal del 2016, girato con un budget di 165.000.000 di dollari) e Black Phone (2021). Al momento è impegnato su svariati progetti, tra i quali è annunciato anche alla direzione di un episodio dell'antologico di V/H/S/85.

 

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The Exorcism of Emily Rose: Jennifer Carpenter 

 

Curiosità [2]

 

Ispirato dalla vicenda di Anneliese Michel, Hans-Christian Schmid nel 2006 realizza Requiem (2006).

 

La camera da letto di Emily, con graffi sul muro, è stata realizzata basandosi  su un dipinto di Francis Bacon.

 

Scott Derrickson aveva pianificato di utilizzare diversi trucchi per modificare la fisionomia di Emily quando posseduta. Dopo aver visto come Jennifer Carpenter era in grado di contorcere il suo corpo, ha deciso di limitare il numero degli effetti speciali.

 

I realizzatori sostengono che Rashomon (1950), pellicola in cui quattro diversi testimoni raccontano a loro modo la storia di un omicidio in tribunale, ha avuto un'enorme influenza sullo sviluppo della sceneggiatura. 

 

Scott Derrickson ha dichiarato di essere stato fortemente influenzato da alcune opere di Dario Argento.

 

Pare che, durante la lavorazione, Jennifer Carpenter sia stata più volte svegliata dall'accensione immotivata della radio, in piena notte: inspiegabilmente suonava sempre la canzone dei Pearl Jam, "Alive", in particolare il testo "I'm still alive" si ripeteva all'infinito. 

 

Per preparare Jennifer Carpenter a interpretare una scena nel miglior modo possibile, Scott Derrickson le ha chiesto di vedere La passione di Giovanna d'Arco (1928). 

 

Sebbene la vera storia sia avvenuta in Germania, il film si svolge negli Stati Uniti.

 

Laura Linney aveva già interpretato un avvocato in Schegge di paura (1996).

 

Ogni volta che sta per accadere qualcosa di "spettrale", un bagliore viola si manifesta da qualche parte, solitamente è una luce che filtra attraverso le finestre.  

 

Tom Wilkinson, Jennifer Carpenter, Duncan Fraser, Andrew Wheeler, Joshua Close

The Exorcism of Emily Rose (2005): Tom Wilkinson, Jennifer Carpenter, Duncan Fraser, Andrew Wheeler, Joshua Close

 

Critica 

 

"Basato su una storia vera - si sostiene -, avvenuta a una ragazza tedesca. Presentata la situazione, il film si scatena in un classico scenario processuale a colpi di 'Vostro Onore, mi oppongo' e 'Obiezione accolta' (o, qualche volta, 'Obiezione respinta') che fanno tanto Perry Mason e decine di film tribunalizi, con tanto di avvocatessa ambiziosa e tenace e di procuratore distrettuale bravo, ma sempre un po' meno sveglio di lei. Anche questo fa tanto Perry Mason. In alternanza alle scene processuali, il film propone flashback oscuri e demoniaci, con la povera Emily che precipita nel vortice della possessione, e frammenti contemporanei al processo, in cui l'avvocatessa agnostica comincia a percepire il soprannaturale. Il risultato è uno strano miscuglio che tende al convenzionale realismo hollywoodiano più che all'horror, cercando, in questo modo, di rivitalizzare il filone esorcistico, come - da un'angolatura più tradizionale, ma con maggiore ricerca di verosimiglianza - aveva fatto pochi anni prima Steven E. de Souza con Possessed. Dickerson - reduce dal quinto episodio della saga di Hellraiser - maneggia la prevedibile vicenda con brio (ma con qualche lungaggine), cercando, invano, di dare nuova linfa alle scene dell'esorcismo, simili a tante altre, piene di urla, stridore di denti e parole in latino. Il tema religioso è svolto senza reticenze: ai fini drammatici, questo ha un suo valore, riuscendo a sviluppare un certo pathos, anche se le arringhe finali danno un colpo al cerchio e uno alla botte. Solide interpretazioni - soprattutto di Laura Linney e Tom Wilkinson - aumentano il grado di intrattenimento. Grosso successo di pubblico: oltre 140 milioni di dollari di incasso mondiale lordo con un budget di 20."

(Rudy Salvagnini) [3]

 

"The Exorcism of Emily Rose si rifà alla vicenda di una 23enne bavarese, Anneliese Michel, morta nel 1976 dopo anni di turbe psicofisiche e 67 esorcismi, il cui caso fu al centro di un clamoroso processo: ma il confronto tra le cronache del vero dibattimento e la versione ampiamente di fantasia che ne ricava il film di Derrickson - che trasporta la vicenda negli USA e adotta un'inedita (o quasi: vedi Audrey Rose) cadenza da legal thriller - non lascia dubbi sulla duplice natura dell'operazione. Il riferimento alla «storia vera» è un richiamo commerciale per il grande pubblico; ma il modo in cui codesta è manipolata fa di The Exorcism of Emily Rose un veicolo di propaganda cristiana, né più né meno: e - è questo, sia ben chiaro, il maggior demerito del film - con una rozzezza teologica e drammaturgica al cui confronto L'esorcista di Blatty è il De Malo di Tommaso D'Aquino. L'impianto processuale, con abbondanza di sequenze ambientate in aula, è fumo negli occhi: tra giurati che trasecolano, uno zelante pubblico ministero che grida «Obiezione, Vostro Onore!» ogni tre per due, un giudice (donna) severo ma giusto, e un'avvocatessa della difesa (Laura Linney) che si professa atea ma alla fine del film capisce che i demoni esistono davvero, è palese da che parte stia la Verità. Che la via crucis della povera Emily (Jennifer Carpenter) sia causata da una possessione diabolica non è mai messo in dubbio se non all'interno dello stantio dibattito processuale: l'ipotesi di un'epilessia psicotica suggerita dall'accusa, che chiede la condanna per omicidio colposo di padre Moore (Tom Wilkinson), il sacerdote chiamato a esorcizzare la sventurata, è ripetutamente smentita dalle immagini. Vediamo, noi con Emily, i volti dei passanti assumere tratti demoniaci che paiono ripresi dai dipinti di Francis Bacon; assistiamo ai tormenti della ragazza, alle contorsioni ai limiti della spider walk, alla glossolalia e alle profanità (parcamente dosate: lo spettatore dev'essere convinto, non sconvolto) che, lo sappiamo per averne visto gli antecedenti in film come L'esorcista, sono segno certo dell'opera diabolica; siamo infine testimoni della sua consapevole scelta di martirio, perché, come le rivela la Vergine Maria, «soffrirai molto, ma grazie a te molti capiranno che il regno dei cieli esiste». E così, nell'America di inizio terzo millennio l'indemoniata Emily Rose diventa una santa con tanto di stimmate, che rende migliori le persone che la circondano o hanno a fare con la sua storia. La fede trionfa, sulla scienza, ottusa e persino dannosa - i farmaci psicotropi prescritti dai medici impediscono l'opera dell'esorcista - e sulla giustizia. Il vero processo sulla morte di Anneliese Michel si concluse in maniera assai diversa, con la condanna del sacerdote e dei parenti per avere causato la morte della ragazza; una successiva inchiesta da parte della Chiesa portò alla negazione che quello di Anneliese fosse un caso di possessione diabolica. Nel film, padre Moore è sì condannato per omicidio colposo, ma il giudice considera la pena già scontata. «Molti dicono che Dio è morto, ma come possono continuare a crederlo se io mostro loro il demonio?» scrive Emily. L'horror è una faccenda di conversione, di salvezza ottenuta «con paura e tremore», come recita l'epitaffio inciso sulla tomba della giovane, dalla Lettera di Paolo ai Filippesi. E così The Exorcism of Emily Rose ottiene un grosso successo di pubblico (30 milioni di dollari nel weekend di apertura, che diventano 75 nel giro di un paio di mesi), non ultimo grazie a una strategia di marketing che chiama in causa il pubblico di fede cristiana. Il successo di La Passione di Cristo, del resto, ha fatto sì che molti produttori si indirizzassero agli spettatori credenti: è il caso del fantasy Disney Le cronache di Narnia, lanciato con un'oculata campagna pubblicitaria che da un lato enfatizza le atmosfere alla Il signore degli anelli per invogliare i più giovani, dall'altro fa conoscere il film negli ambienti cristiani insistendo sull'allegoria della vicenda narrata nei libri di C. S. Lewis. The Exorcism of Emily Rose è un caso clamoroso ma non isolato."

(Roberto Curti) [4]

 

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The Exorcism of Emily Rose: Jennifer Carpenter 

 

Visto censura [5]

 

Il 3 ottobre 2005, The Exorcism of Emily Rose ottiene nulla osta n. 99279, passando integralmente in Commissione censura, senza alcuna limitazione d'età alla proiezione in pubblico.

 

Metri di pellicola accertati: 3300 (120'20" a 24 fps).

 
 

NOTE

 

[1] Dall'imdb: "I genitori di Anneliese e i due sacerdoti che hanno eseguito il suo esorcismo sono stati perseguiti, anche se l'accusa ha chiesto che i genitori fossero dispensati dalla punizione perché avevano 'sofferto abbastanza'. Alla fine, gli imputati sono stati giudicati colpevoli di omicidio colposo, e i due ecclesiastici sono stati condannati a sei mesi di carcere (poi sospesi) e tre anni di libertà vigilata. Le differenze più significative (rispetto al film) sono che in realtà Anneliese avrebbe digiunato, periodicamente, seguendo un rituale che rientrava nella prassi dell'esorcismo, ma continuando a prendere i farmaci fino alla sua morte, mentre Rose perde l'appetito sino a diventare incapace di mangiare e decide lei stessa di smettere di assumere i farmaci, con il consenso degli operatori sanitari. La storia è stata pesantemente modificata nell'adattamento cinematografico."

 

[2] Dall'imdb.

 

[3] "Dizionario dei film horror" (Corte del Fontego), pag. 248.

 

[4] "Demoni e dei - Dio, il diavolo, la religione nel cinema horror americano" (Lindau), pag. 435 - 436 - 437.

 

[5] Dal sito "Italia Taglia".

 
 

"Sono stato in case infestate dal demonio, e ne ho viste di tutti i colori, ma un intero paesino non mi è mai capitato. E' raro, però può succedere che da una casa, da famiglia 'posseduta' il fenomeno si allarghi ad altre. La prima cosa da fare è chiamare un sacerdote. Il parroco deve oggi stesso andare a benedire tutte le case dove si sono verificati i fenomeni paranormali, perché di questo si tratta. Se dopo la benedizione tutto finisse è la prova che c'era la presenza del Maligno. Se invece dovessero continuare i fenomeni allora occorrerà l'intervento di un esorcista, che anche da solo può fare il suo lavoro e scacciare le presenze diaboliche."

(Padre Gabriele Amorth)

 
Trailer
 

F.P. 09/07/2023 - Versione visionata in lingua italiana, dvd Sony Pictures Home Entertainment (durata: 119')

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