Regia di Tsui Hark vedi scheda film
"Seven swords" nel raccontare la semplice (e convenzionale) storia della ribellione, nella Cina del XV secolo, di uno sparuto (sette…manco a dirlo...) gruppo di samurai, accorsi a salvare gli abitanti di un piccolo villaggio agricolo colpevoli di praticare le pericolose ARTI MARZIALI, messe al bando (perche'???) dall’imperatore, avrebbe dovuto segnare il ritorno in grande stile del piu’ volte osannato Hark Tsui.
Ma purtroppo cosi’ non e’. Troppo preoccupato di “spogliare” il suo wuxiapian da ogni possibile
estetismo, da quella perfezione coreografica e stilistica vista in altri recenti film ( ma di ben altro spessore nel caso di “La foresta dei pugnali volanti”) da lui probabilmente ritenuti solo dei
“giochi”, magari anche piacevoli, ma comunque “colpevoli” di un esasperato uso di effetti speciali,
e di ritornare cosi' un po’ alle origini, ad una visiona piu’ sporca e sanguinaria, Hark Tsui si dimentica colpevolmente in primo luogo dei suoi personaggi, la cui psicologia e’ solamente (mal) abbozzata, fatto ancor piu’ grave se si pensa alla durata (144 min) del film.
Manca poi del tutto o quasi il respiro epico, l’uso (o meglio l’abuso) di ralenti e flashback non sortisce mai l’effetto sperato, le musiche anziche’ esser suggestive finiscono per esser solo invadenti, il ritmo latita subito dopo i primi 5 minuti, le sortite nel melodramma risultano a dir poco fragili. E i dialoghi, che avrebbero dovuto sottolineare gli ideali dei samurai, i valori “veri” (cavallereschi) della vita, sono esposti in una tale disarmante infantilita’ dal risultare spesso ridicoli, certo men che meno poetici. E cosa dire della ripetitivita’ con cui vengono riproposte le cavalcate dei “nostri magnifici sette”? Probabilmente il doppiaggio, pur nella sua professionalita’, certo non ha aiutato. Non puo’ essere un caso che gli unici momenti coinvolgenti del film siano quelli recitati in coreano.
Certo il duello finale, specie la parte che si svolge nello stretto corridoio di pietra, e’ notevole.
Ma il resto e’ purtroppo tutto da dimenticare.
Esile e per di piu' macchinosa.
Invadente e mai emozionante.
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