Una ragazza di campagna è stata a lungo l'amante di un cappellaio e dall'uomo ha avuto due figli. Sperando di rifarsi una vita, va a Parigi dove incontra un muratore di buona indole che si innamora di lei e la sposa. Dopo un po' di tempo, a causa di un incidente sul lavoro, l'uomo si dà all'alcol e nelle cure se ne vanno tutti i pochi risparmi della famiglia. Ricompare a questo punto punto il primo amante che la vuole sfruttare.
Note
Il film è tratto dal celebre romanzo "L'assommoir" di Zola, adattato dagli sceneggiatori più rinomati del "cinema di papà", Aurenche e Bost, e rende con buona approssimazione il clima sociale della Parigi del Secondo Impero. Misurati ma efficaci gli interpreti (Maria Schell venne premiata a Venezia).
Una donna volenterosa e determinata mette su una lavanderia in proprio, ma suo marito e il suo ex-amante sono due tipi balordi, che costituiscono una continua minaccia alla sua impresa.
Un tentativo di affresco sociale che risulta straordinario solo a livello plastico, ma in forte deficit di calore interiore. In effetti il film è soprattutto il ritratto di una donna, alla quale Maria Schell, premiata a Venezia con la coppo Volpi, pur nella particolare prospettiva voluta dal regista, offre una intensa e sofferta corposità.
Con “Gervaise”, René Clément ha messo in scena con puntigliosa aderenza, un capolavoro assoluto del naturalismo (“L’assommoir”), ma nel farlo forse non ha abbastanza riflettuto sul fatto che ciò che rende ai giorni nostri “difficile” l’elaborazione sociologica della scrittura zoliana e la sua… vogliamo definirla… leggi tutto
Sappiamo che la vita è dura. A Gervaise mancava l'integrità, l'onestà emotiva e era irrimediabilmente co-dipendente. Il suo punto sempre ottimista di vista era una trappola che rivestìva il suo mondo misero fatto di tolleranza e indulgenze sentimentali che la portano lungo il sentiero della rovina. .Non sempre un atteggiamento positivo risolverà tutto,… leggi tutto
Ci sono pochi film che comunicano un autentico senso di disperazione, e credo che questa riduzione di un romanzo di Emile Zola (Lo Scannatoio) sia uno di questi.
E' una pellicola ben diretta e recitata, che per circa tre quarti è così movimentata che mi viene da definirla “nervosa”. Poi il ritmo rallenta leggermente, forse proprio per lasciare posto al dramma.
Al…
Sappiamo che la vita è dura. A Gervaise mancava l'integrità, l'onestà emotiva e era irrimediabilmente co-dipendente. Il suo punto sempre ottimista di vista era una trappola che rivestìva il suo mondo misero fatto di tolleranza e indulgenze sentimentali che la portano lungo il sentiero della rovina. .Non sempre un atteggiamento positivo risolverà tutto,…
Clement, è sempre stato un regista raffinato e anche questa volta con semplice ma tagliente innocenza e analisi regala alla storia del cinema uno dei personaggi femminili più toccanti e riusciti, ovviamente con la benedizione di Emile Zola. Un ritratto dettagliato sociale culturale che non tradisce gli intenti dal libro da cui è tratto, e rimane elegante e dignitoso sempre,…
Con “Gervaise”, René Clément ha messo in scena con puntigliosa aderenza, un capolavoro assoluto del naturalismo (“L’assommoir”), ma nel farlo forse non ha abbastanza riflettuto sul fatto che ciò che rende ai giorni nostri “difficile” l’elaborazione sociologica della scrittura zoliana e la sua… vogliamo definirla…
Assistere alla visione di un film come “Gervaise” rinnova il senso di disagio che molto spesso accompagnano le trasposizioni di opere letterarie,quando riduzione fa spesso rima con corruzione.
Non è un giudizio impietoso,nel senso che le modifiche sono quasi sempre prevedibili,ma i caratteri ne risultano abbelliti,levigati e sostanzialmente meritevoli di un assoluzione quando il discorso…
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Commenti (2) vedi tutti
Una donna volenterosa e determinata mette su una lavanderia in proprio, ma suo marito e il suo ex-amante sono due tipi balordi, che costituiscono una continua minaccia alla sua impresa.
leggi la recensione completa di BalivernaUn tentativo di affresco sociale che risulta straordinario solo a livello plastico, ma in forte deficit di calore interiore. In effetti il film è soprattutto il ritratto di una donna, alla quale Maria Schell, premiata a Venezia con la coppo Volpi, pur nella particolare prospettiva voluta dal regista, offre una intensa e sofferta corposità.
leggi la recensione completa di (spopola) 1726792