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Elizabethtown

Regia di Cameron Crowe vedi scheda film

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La recensione su Elizabethtown

di BobtheHeat
6 stelle

Cameron Crowe e' un regista sicuramente generoso, ma ancora una volta dimostra altrettanto chiaramente di non avere certo il dono della sintesi. Veramente troppo lungo, per incominciare,"Elizabethtown" e' la storia di un giovane stilista di scarpe che si ritrova ad esser innanzitutto un fallito, avendo causato all'azienda per cui lavorava un danno economico "che tranquillamente possiamo arrotondare al miliardo di dollari". Senza piu' la fidanzata, che con tempismo lo scarica (ovvio) al volo. E all'improvviso anche senza suo padre, evento ancor piu' improvviso che lo portera' a...rimandare... il suo tentativo di suicidio, che per inciso, vorrebbe essere esilarante, ma semmai e' solo patetico. Per sua fortuna, al nostro bel ragazzotto (Orlando Bloom, tanto carino, meno peggio del solito), le cose sembrano mettersi per il meglio, strano ma vero, non appena si mette in viaggio per il funerale del padre in Kentucky, Perche' incontra (ma e' quasi un assalto...) una logorroica e bizzarra hostess (Kirsten Dunst, lei brava oltre che carina), piacevole evento che ...potrebbe salvargli la vita.... Ora, il problema principale del film e' che in esso...ci sono troppi film..!!! Nel tentativo di non voler fare il solito film sentimentale hollywoodiano, Cameron Crowe eccede, oltre che nella lunghezza, con i personaggi, spesso solo mal abbozzati (vedi la sorella del protagonista), con i temi, si susseguono infatti con esiti incerti mito del successo e del potere, ricerca della propria identita' e delle radici famigliari, il difficile rapporto padre/figli...("e' sbagliato che i padri cerchino di esser amici dei propri figli...!") e con i registri, cosi' che il film alterna momenti con atmosfere completamente diverse che non hanno mai o quasi il giusto equilibrio. Ma tra molte situazioni infelici, alcune delle quali persino irritanti, battute che girano a vuoto, il siparietto, telefonato,dovuto e a dir poco kitsch (ma a molti piacera'...) della "guest star" Susan Sarandon, ve ne sono anche altre che funzionano. Ad esempio il lungo (ancora una volta...troppo...)ma molto, molto cinematografico corteggiamento al cellulare (che pero' non viene colpevolmente "chiuso" a dovere) e in particolare tutta la parte finale, quella splendida del viaggio di ritorno a casa del protagonista. Qui il film prende finalmente il volo, diventa un classico road movie in cui la fanno da padrona ancora una volta gli scenari e i paesaggi americani. Si fa ricco di una sincera sensibilita', invano inseguita lungo tutto il resto del film. E molto del merito e' di una meravigliosa e amorevole "mappa", splendida colonna sonora inclusa, preparata ad arte, o meglio, con smisurato amore... Puo' bastare da sola a salvare l'intero film?

Sulla colonna sonora

Per quasi tutto il film prevarica il soggetto, nel sottofinale invece scandisce alla perfezione il viaggio di ritorno a casa del protagonista.

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