Regia di Cameron Crowe vedi scheda film
E'difficile raccontare di cosa parla "Elizabethtown",nel senso che ha una trama che detta in tre parole può significare poco,ma il nuovo film di Cameron Crowe è una commedia drammatica con diverse divagazioni,punte di umorismo surreale alla Landis prima maniera, forse troppa carne al fuoco per due sole ore di cinema e molta musica al suo interno,e sufficiente metraggio per una catarsi on the road prima dell'arrivo dei titoli di coda.Crowe,nato giornalista da "Rolling Stone" e poi sceneggiatore,riempie il film di dialoghi fitti e molti colori,e realizza un film tanto americano quanto si discosta dal modello tipico con parabola di vita su "Successo-caduta-rinascita",asserendo che si può convivere con il peso di un fallimento addosso,a patto di conoscere davvero e finalmente se stessi. L'accoppiata Orlando Bloom-Kirsten Dunst è ben intonata,e in un film più "da attore" dei kolossal cui è avvezzo,il giovane divo azzecca le tonalità giuste,dando il suo meglio nella bellissima sequenza del viaggio pre-finale in cui ricordi,scoperta,passato e aspettative di futuro si intersecano e si può ridere e piangere forte alla stessa maniera.Quasi altmaniano nella costruzione,può,pur contando forse qualche eccesso di scrittura,ambire a diventare un piccolo classico.
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