Regia di Tim Burton, Mike Johnson vedi scheda film
Tim Burton l'ha capito: ormai forse solo i pupazzi animati possono far provare allo spettatore, e anche fargli accettare, sensazioni che il cinema in carne ed ossa solo raramente può offrire. Come recentemente "Bug's Life", "Galline in fuga" e i due fantastici "Shrek", anche "La sposa cadavere" è una favola che colpisce e coinvolge. È una favola nera che riesce a commuovere e perfino a far ridere, con i consueti aspetti da commedia che sa mettere in campo, specialmente durante gli intermezzi musicali, sapienti e riusciti e non così invadenti (e fortunatamente senza la voce di Renato Zero) come nel precedente, e già riuscito, "Nightmare Before Christmas": impagabili le apparizioni del cagnolino morto o dello scheletro del bambino vestito da marinaretto. Tim Burton sa farci accettare un mondo dove vivi e morti si confondono, dove i secondi dimostrano il buon senso, la bontà e persino la vitalità che mancano ai primi, dove i buoni sono soltanto i due giovani protagonisti e il vecchio cocchiere tisico (per forza, è lui che sta sempre fuori, mentre i padroni viaggiano dentro la carrozza). Ma Tim Burton riesce perfino a farci accettare scheletri che parlano e ballano come in una Totentanz goethiana, perdendo qualche pezzo quando il ballo si fa più scatenato, una sposa con un verme che le rosicchia il cervello e una testa mozzata e semiputrefatta portata in giro da un mucchio di scarafaggi. Ma "La sposa cadavere" non colpisce soltanto il fanciullino che è in noi (o i bambini anche secondo l'anagrafe): è innanzitutto un'attrazione per i cinefili, che vi trovano echi di numerosi vecchi film, da quelli della Hammer (uno dei personaggi è doppiato nell'originale da Christopher Lee) ai vecchi film americani (Victor, il protagonista, ricorda il giovane James Stewart), fino a un'impagabile citazione da "Via col vento", quando la vecchia vedova, riconosciuto lo scheletro del marito defunto, gli fa notare che è morto da quindici anni, l'ossuto figuro replica "Francamente, mia cara, me ne infischio!". Se La sposa cadavere non è un capolavoro, poco ci manca, e se il 10 di Emanuela Martini su FilmTV è forse esagerato, un 9 ci può stare. Difficilmente in questo 2005 si può avere fatto meglio di Tim Burton.
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