Regia di Tim Burton, Mike Johnson vedi scheda film
Nell'Inghilterra vittoriana del XIX il giovane Victor sta per convenire a nozze in un matrimonio che i suoi genitori gli hanno combinato con una ragazza appartenente a una famiglia nobile ormai decaduta. Per uno strano scherzo del destino, Victor cede l'anello nuziale a una sposa ormai morta, che manda all'aria i piani della sua famiglia, della promessa sposa e di un malvagio cacciatore di dote, trascinando Victor in un mondo popolato da zombi ben più vitali degli esseri viventi.
Tolta lo stop motion, laborisissima tecnica consistente nel muovere i personaggi di plastilina fotogramma per fotogramma e che è costata ai due registi Tim Burton e Mike Johnson ben dieci anni di lavorazione, e fatta eccezione per l'efficace ambientazione gotica o per alcuni discreti numeri di animazione, di questo costosissimo film in 3-D - il secondo girato in animazione da Tim Burton dopo Nightmare before Christmas - rimane davvero poco: la trama è una variante stropicciata delle favole dei fratelli Grimm (il soggetto è di Caroline Thompson), condita con umorismo nero e vezzi di poesia alternativa, gli inserti canterini sono troppi e tutti noiosi e neppure la formula di consegnare le voci dei personaggi a doppiatori di fama riesce a far centro. Ma per la critica si è trattato di un capolavoro. Sarà forse, oltre che per le meraviglie tecniche, anche per quei richiami degni dell'Antologia di Spoon River che lanciano un messaggio forte e chiaro: solo nell'aldilà sia possibile liberarsi dalle norme e dalle divisioni sociali. Il mondo dei vivi è quello del calcolo, delle regole e della menzogna.
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