Regia di Tim Burton, Mike Johnson vedi scheda film
Con Tim Burton c'è una difficoltà, forse personale ma neanche troppo soggettiva, a "stringere" su dei capolavori che possano essere in qualche modo oggettivi del regista di Burbank. A mio parere tra i suoi film narrativi tradizionali solo "Big fish" ci può rientrare, ma tra i progetti di animazione mi ha molto sorpreso in positivo questo "La sposa cadavere", che mi arrischio a considerare ugualmente un capolavoro per il bene del buon Tim. L'animazione in stop motion non è esattamente il mio genere, ma anche un profano si avvede senza troppa difficoltà che il film tecnicamente è girato con notevole perizia, intelligenza e bravura, evidenti nel modo in cui Burton e il co-regista Johnson hanno creato un universo popolato di pupazzi animati che però risente di specifiche caratteristiche del linguaggio cinematografico, dai movimenti di macchina alla scenografia all'illuminazione, magistrale nel contrasto fra il monocromatico del mondo dei vivi e l'esplosione di colore del mondo dei morti. La trama rielabora un'antica fiaba russa e non è certo da prendere in termini realistici, ma risulta comunque un efficace aggiornamento di temi e soluzioni espressive del cinema di Burton, ancora una volta calato in un'atmosfera gotica e con una riflessione non banale sulla solitudine, l'amore ostacolato dal Fato, il senso della vita terrena in attesa dell'inevitabile trapasso. Alcuni sostengono che rispetto a "The Nightmare before Christmas" questo film risulti un passo indietro, ma forse il confronto non è poi così importante e comunque siamo su livelli ugualmente di eccellenza tecnica e di ottima ispirazione creativa; molto spassosi e simpatici i numeri musicali, ma anche le caratterizzazioni di Victor, Victoria e della Sposa vanno tutte a segno e strappano l'applauso anche di chi non sia abituato a vedere film animati in stop motion. Insomma un film insolito ma che reca intatta fino al midollo la cifra stilistica del suo autore, che anche qui parla di "diversità" ed emarginazione e di una società repressiva, ma che lo fa in una maniera molto più godibile e meno moralistica rispetto ai suoi ultimi film, che purtroppo hanno segnato una recessione riconosciuta anche dai suoi fan più sfegatati. Dunque un piccolo gioiello assolutamente da recuperare per chi non lo avesse ancora visto.
Voto 9/10
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