Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Formalmente ultimo tassello della trilogia della guerra con Roma città aperta e Paisà. Nella sostanza molto di più, sguardo sul presente e riflessione esistenziale. Attraverso una Berlino distrutta le vicende del piccolo protagonista diventano valutazione sull’uomo che è sempre responsabile delle proprie azioni anche in una situazione tragica e disperata. Rossellini asciuga il film dai momenti leggeri e anche per chi ha un’età innocente per definizione, non c’è tempo né spazio per il gioco c’è solo da assumersi degli obblighi e delle fatiche anche al posto di quegli adulti che non hanno saputo o voluto fermare quella inutile strage. Tutto è scarso e da ricostruire non ci sono solo le macerie fisiche e architettoniche ma anche le macerie morali di individui plagiati chi più chi meno da una ideologia , che come tutte, filtra la realtà distorcendola e offuscandola mettendosi tra lei e i singoli esseri umani. Il nostro compie la solita esplorazione dei fatti, il pedinamento di Edmond costretto a crescere troppo in fretta, a fare di tutto per far mangiare il padre malato, il fratello maggiore imboscato mentre la sorella maggiore fa ballare gli stranieri in cambio di preziose sigarette. La ricerca dello straordinario avviene sempre con l’accumulazione di momenti ordinari. Il mondo di Edmond diventa la condizione di un paese e anche di una umanità che cerca di ritrovare i suoi valori perduti. Ricerca universale e viaggio psicologico nelle proprie miserie e nel proprio contesto capace di influenzarne le reazioni individuali. Cinema di sentimenti e di guerra il cui titolo avrebbe potuto essere Europa 47, sguardo particolare che diventa generale su individui senza radici che riflettono sulla vita e la morte. Documentario sulla condizione umana, crisi di civiltà fotografata mettendo al centro l’etica della persona e non il moralismo delle ideologie.
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