Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Il neorealismo in trasferta. Rossellini vuole mostrare l'orrore della guerra e lo fa nel modo più realista possibile: crudelmente. Non usa nessuna pietà sui personaggi del suo film, tantomeno sul bambino protagonista, una sorta di Pinocchio - senza lieto fine - in tempi di faticosa ricostruzione dopo le immani crudeltà naziste. L'ingenuità di Edmund gli sarà fatale, ma l'insegnamento cinico del professore del film (in natura i più deboli soccombono) non ha affatto torto in un simile scenario. Regia asciuttissima e perciò pressochè perfetta. Il finale è semplicemente poesia.
Edmund è un bambino tedesco nei giorni successivi alla fine del secondo conflitto mondiale. La situazione, già disastrosa in generale, per lui è persino catastrofica: niente madre, un padre malato a letto, un fratello maggiore ex nazista costretto a rimanere nascosto in casa e, unico elemento sano in famiglia, una sorella maggiore. Edmund vaga sperduto fra mercati neri, ladruncoli e personaggi inaffidabili, ma la sua ingenuità lo tradisce.
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