Regia di Giorgio Simonelli vedi scheda film
Commedia virante in farsa pochissimo riuscita. In tempi di revival, spacciato come un film con Franchi e Ingrassia, "Gerarchi si muore" propone invece soprattutto una serie di duetti tra Fabrizi e Pavese (peraltro bravissimi), con Vianello a fare da vero e proprio deus ex machina. I due comici siciliani sono invece sullo sfondo, come aiutanti falsari pasticcioni di un famoso ladro e truffatore internazionale conosciuto come il Gatto. La cosa più divertente di Franco e Ciccio sono i loro nomi, Scilla e Cariddi, e la scenetta nella quale (dopo avere coniato banconote con errori di stampa), dopo una partita a carte nella quale Ciccio vince ventimila lire al socio, Franco prende il torchio e fabbrica due banconote da diecimila nuove di zecca (e a Ciccio che le osserva controluce, domanda "Che c'è, non ti fidi???"). La farsa sui nostalgici del fascismo è poco riuscita, anche perché il personaggio che dovrebbe fare da contraltare all'ex gerarca, quello affidato a Pavese, è poco riuscito, e lo si capisce fin dalle prime battute, quando l'industrialotto che "si è fatto da sé", pur proclamandosi un compagno, licenzia in tronco un dipendente, colpevole di fare il filo alla figlia e di averlo definito rimbambito. Il film di Simonelli poteva essere ridotto ad uno sketch o ad un accenno, come qualche riuscito flashback dei film con Fabrizi e Totò: basti pensare a quanto sia più eloquente la scena del "giù il cappello!" in "Totò, Fabrizi e i giovani d'oggi" (1960), che forse ha offerto lo spunto per questo film davvero mediocre. (24/08/2007)
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