Regia di Krzysztof Zanussi vedi scheda film
Chi si sottrae agli intrighi ed alle connivenze non è gradito ai potenti. La solitudine – introdotta nel film dal tema della vedovanza – è aggravata dalla diversità, che alimenta l'inferno del sospetto, segnando la definitiva perdita di contatto col resto dell'umanità. Un evento luttuoso, se percepito come un tradimento subito da parte del destino, può instillare nell'animo la sfiducia nel prossimo, creando quel totale isolamento che prelude alla follia. Cos'è, d'altronde, l'alienazione, se non il fatto di non riconoscersi negli altri e di avere un rapporto ostile con la realtà? Quella della "persona non grata" è una condizione a cui Wiktor, inconsciamente, si autocondanna: egli, come un musicista eccentrico, trova infatti più naturale coltivare la dissonanza, piuttosto che cercare nuove tonalità in cui ripristinare l'armonia. In questo film Zanussi ripropone una storia di morte e di dolore: i mali da cui tutti gli uomini, prima o poi, sono afflitti, ma che, a dispetto della loro universalità, colpiscono ciascuno di noi singolarmente, negando, a priori, ogni effettiva possibilità di condivisione.
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