Regia di Fernando Meirelles vedi scheda film
Fernando Meirelles: affermazione nel 2002 con City of God, vite intrecciate attraverso tre decenni nel disastro senza futuro di Rio de Janeiro. Un film dal tratto registico sicuro, ma astuto e modaiolo, che già annunciava la svolta nella carriera dell’autore, che infatti con The Constant Gardener esce dal Brasile e affronta un adattamento da Le Carré con un cast e una produzione internazionali. Tra l’Inghilterra e l’Africa, raccontata in flashback, la storia d’amore tra un quieto diplomatico britannico e una fervente attivista per i diritti umani, trovata assassinata in una regione isolata del Kenya del nord insieme a un medico di colore che sta indagando con lei sull’industria farmaceutica. Non convinto del movente passionale del delitto, il marito comincia a scavare nei segreti industriali e nelle connivenze politiche che la protagonista stava per portare allo scoperto. Meirelles affronta la realtà africana, i villaggi, la povertà, i colori, l’umanità rumorosa, la violenza, con la grinta del film precedente, molta macchina a mano e montaggio serrato; e rallenta, verso una rappresentazione più convenzionale e flou, nella parte inglese e, comunque, nella storia privata. Ben interpretato da Ralph Fiennes e da Rachel Weisz, il film resta comunque un ibrido, una confezione-regalo un po’ laccata per pubblico disposto a un po’ di impegno. Piuttosto tradizionale, però.
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