Regia di John Madden vedi scheda film
All’Università di Chicago, Catherine vive in una cocciuta solitudine dopo la morte del padre, eminente matematico e gloria della facoltà. Hal, uno degli studenti del padre, le chiede di consultare gli appunti in cerca di una formula matematica rivoluzionaria. Che infatti trova. La questione è: chi l’ha scritta? Il professore o Catherine, anche lei brillante matematica (ma un po’ instabile, esattamente come il padre, che nell’ultima fase della sua vita aveva dato segni di scompenso)? Poi a confondere le cose ci si mette la relazione con Hal e la presenza della sorella Claire, yuppie newyorkese con complesso di superiorità nei suoi confronti. Dalla pièce di David Auburn, portata a teatro con successo a Londra e a Broadway (protagonista: Mary-Louise Parker), premiata dal Pulitzer, il film poco interessante dell’autore del Mandolino del capitano Corelli e di Shakespeare in Love, sceneggiato dalla figlia di Arthur Miller, Rebecca. Il dramma della bambina dotata alla ricerca della vera sé, per citare un famoso saggio di Ann Miller, bibbia di alcune scuole psicologiche, si avvita su se stesso, non avvince né commuove. Non è solo colpa degli attori, tantomeno di una Gwyneth Paltrow, messa qui davvero duramente alla prova. Troppo facile dire che non è l’unica?
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