Regia di Ang Lee vedi scheda film
Storia d'amore e di passione come tante altre nella cinematografia: due destini che si incontrano, si separano causa fato avverso, si cercano e si ritrovano per poi risepararsi forzatamente lungo il corso di un'intera esistenza. Fulcro reso stavolta più interessante solo dalla diversità dei protagonisti: due cowboys gay. Ma il film di Ang Lee, sulla carta dirompente, non decolla mai, nonostante qualche passaggio interessante, in primis il flashback sulla violenza e il pregiudizio subiti da un'altra coppia omosessuale. La sequenza la dice tutta sull'insicurezza, la frustrazione, il tormento e la clandestinità in cui sono costretti a esplicitare attrazione e sentimenti reciproci il compianto Heath Ledger e l'inespressivo Jake "Donnie Darko" Gyllenhaal. Occasione sprecata. Tutto troppo fragile, seppur ovviamente lodevole nel dare visibilità e giusta dignità all'uomo in tutte le sue forme ed espressioni.
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...non decolla mai il film?...Trovo che il film sia tutto un decollo, dalle prime immagini, da quando i due si studiano davanti all'ufficio del datore di lavoro nella prima scena, fino all'ultimo meraviglioso finale...Ma forse non utilizza mezzi di espressioni convenzionali, la trama scorre facendoci attendere in continuazione un finale, che per i due non arriva mai...In effetti il film racconta l'attesa dei due uomini, lunga più di vent'anni, di potersi amare come avevano avuto la fortuna di fare per quei pochi giorni iniziali a Bockeback montain....Non credo che questa sia una storia come tante altre...non è il fato avverso a separarli, ma la paura, la società, la cultura, la mentalità che li circonda e che non cambia per tutti quegli anni....Io almeno la penso così, mi piace e mi emoziona molto, ma rispetto la tua visione, ho solo voluto dare la mia. Un saluto.
Chiarisco che la mia espressione "fato avverso" si riferisce in sintesi agli aspetti da te menzionati: mentalità gretta e retrograda, conformismo, pregiudizi eccetera. Detto ciò, la bellezza della diversità si manifesta anche in questo: sguardi e sensibilità differenti su cui si poggiano pareri discordanti. Rispetto il tuo lecito emozionarti per il film. Io trovo invece la pellicola sostanzialmente piatta e monocorde non tanto per la mancanza di convenzionalità, quanto per la scelta opposta (o l'incapacità) di Ang Lee di non discostarsi mai da uno stile dimesso e un'estetica da cartolina o romanzo Harmony. A parte la su menzionata sequenza e la scena della camicia finale, non un guizzo uno strappo un simbolismo un discostarsi da un canovaccio scialbo e furbescamente dosato. Intendiamoci: non un brutto film, ma nulla più di un discreto prodotto preconfezionato reso apprezzabile per la variante omosessuale. Ledger e Gyllenhaal peraltro ci mettono del loro, e non in senso positivo. Personalissima opinione. Apprezzo il fatto che se ne possa parlare e scrivere in libertà. Un plauso sincero al sito e alla passione per il cinema. Di tutti. Ciao
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