Regia di Ang Lee vedi scheda film
Ang Lee conferma di avere una certa mano nel dirigere film pensati per un pubblico occidentale; tuttavia la vicenda non è legata peculiarmente al nostro immaginario (se devo azzardare un parallelo, il primo titolo che mi viene in mente è Addio mio concubina) ed è ambientata nel ’900 inoltrato, in piena rivoluzione sessuale (avrebbe avuto una maggior forza eversiva se si fosse svolta in un classico western). La ragion d’essere del film consiste nel raccontare una storia d’amore gay, e questo è il suo merito; ma è anche il suo limite, perché la consapevolezza di una siffatta ragion d’essere non basta a cancellare l’impressione che, se i protagonisti fossero stati un uomo e una donna, si sarebbe trattato di un melodramma piuttosto convenzionale. Fra le maglie della trama si ritagliano un loro spazio un paio di personaggi minori: la “normale” moglie di Ledger, che prima è ignara, poi sospetta e infine capisce, e il mostruoso suocero di Gyllenhaal, prevaricatore e machista.
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