Regia di Ang Lee vedi scheda film
Costretti ad accettare un lavoro duro, malpagato e illegale, due giovani passano l’estate su Brokeback Mountain a badare il gregge di un temibile signor Aguirre, sorta di signorotto locale. Con un passato difficile alle spalle e senza prospettive per il futuro, affrontano l’incarico e l’ambiente ostile: la scarsità di cibo, il clima talvolta avverso, gli animali selvatici. Il mito del Paradiso Terrestre si rovescia: le porte dell’Eden si aprono ai due quando assaggiano il frutto proibito, quando si lasciano andare alla scoperta dell’amore fisico e loro vero essere se stessi. Ma il “Dio” Aguirre (di Herzoghiana memoria?) ristabilisce l’ordine precostituito, cacciando i due giovani da un Paradiso per sempre perduto, in un mondo che li costringerà a vivere una vita falsa ed inutile, tra l’impossibilità di accettarsi per come si è e l’impossibilità di vivere secondo le regole imposte da un ordine crudele ed ingiusto. A nulla varrà il tentativo del più introverso Ennis di nascondersi e fuggire da se stesso e dal resto del mondo, anche dall’amato Jack e a nulla varrà il tentativo del più intraprendente Jack di cercare una via d’uscita, una strada, sebbene clandestina al vicolo cieco in cui è costretto a vivere. Il Paradiso Terrestre, vale a dire il compimento di se stessi sarà precluso ai due per sempre, per tutta la vita e anche oltre.
Il messaggio del film è di una lucidità disarmante, doloroso nel suo essere spietatamente attuale e vero. Non è solo il mito americano, di quell’America patria dei diritti e delle libertà individuali, (solo sulla carta), a venire scosso dalle fondamenta. L’America vera non è quella della libertà che si crede di respirare a New York o a San Francisco, è quella della provincia del Wyoming, del Texas e di tutte le province del mondo. Il film ci ricorda che poco o niente è cambiato dal 1963 al 2006: basta guardarsi intorno, basta leggere i giornali.
Lo stile è di una trasparenza e di una linearità quasi insostenibili, gli attori di una inaspettata bravura.
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"trasparenza e linearità quasi insostenibili": come è vero! Ci sono alcune scene talmente belle e commoventi che non so se volerle ricordare ogni giorno o dimenticarle al più presto. ;-)
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