Regia di Terry Gilliam vedi scheda film
Film riuscitissimo dal punto di vista estetico e scenico, meno da quello narrativo, risultando un calderone, un amalgama di tutti i generi e fiabe dei fratelli Grimm (quelli “storici”), complessivamente sconnesso e che non suscita le emozioni che ci si dovrebbe aspettare
Film sgombinato, scoordinato, sproporzionato, inteso proprio come senso della misura e delle proporzioni, vedere per credere. D’accordo che è un fantasy, ma anche in un mondo irreale o immaginifico la matematica, dimensioni, proporzioni e coerenza sussistono comunque, e se si entra in una torre che dall’esterno dispone di un tetto di una ventina di mq. difficilmente al suo interno potrà esserci una sala di un centinaio di mq.. Narrazione a parte, il film è talentuoso e suggestivo, dalle ambientazioni, ai colpi di genio, trovate di ogni genere, effetti speciali a iosa, costumi policromatici, fantasia galoppante, scenografie veramente incantevoli, ironia a vagonate, perfino eccessiva da risultare parodistica. In particolare ho trovato eccessiva la denigrazione dei fratelli Grimm, i due protagonisti del film, descritti come truffatori, ciarlatani, cialtroni, pusillanimi, imbranati, ecc., difficile trovare in loro una sola qualità, fino alla fine del film, ma nel finale è fin troppo ovvio che i protagonisti si riscattino, almeno in parte, e qui lo fanno anche in maniera semi-patetica. Eccessivamente squilibrata e sconnessa la figura dell’italiano (parmense) collaborazionista dei francesi invasori (la storiella è collocata a inizio ‘800, epoca napoleonica), Mercurio Cavaldi, talmente assurdo come personaggio da indurre a sospendere il giudizio non essendo qualificati in psichiatria. La sequenzialità narrativa lascia molto a desiderare, sembra che lo scopo degli autori fosse più che altro creare affreschi talentuosi a se stanti, piccoli sketch e capolavori di scenografia separati e poi combinati in qualche maniera in un quadro d’insieme non propriamente definito e riuscito, come i pezzi di un puzzle non ben incastonati. Un film che può tuttalpiù far sorridere ed incantare per la bellezza estetica, alcune citazioni e battute, ma che non suscita emozioni, non ha nulla di veramente coinvolgente e sorprendente, anzi, è più facile che possa indurre qualche fastidio per l’eccessiva stupidità attribuita ai due protagonisti e per le azioni frenetiche, forzate e scomposte per fornire al film un ritmo privo di soste per pensare e dare un senso all’intera vicenda, che risulta pertanto sconnessa, per non dire raffazzonata, una sorta di calderone, un amalgama di tutti i generi e fiabe dei fratelli Grimm (quelli “storici”). Un prodotto più di talento e competenza tecnica che non di intelletto, ispirazione e creatività narrativa. Personalmente gli attribuirei una sufficienza scarsa, solo per i meriti estetici e visivi, non certo per la sceneggiatura, meno che mai per i dialoghi.
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