Regia di Terry Gilliam vedi scheda film
Vicissitudini varie, come gli è consueto, hanno accompagnato Terry Gilliam nella lavorazione di "The brothers Grimm" (titolo italiano veramente da lasciar perplessi,ma così è...) , costi impazziti, problemi con i produttori , difficoltà nel gestire un set complesso. Neanche il pubblico ha mostrato grande entusiasmo di fronte a questa rielaborazione parodistico-fantastica dell'universo fiabesco della leggendaria coppia di narratori di favole , responsabili, tra l'altro, del tramandarsi di "Biancaneve" ; a Gilliam, da sempre un battitore libero in un mondo tenuto insieme da un assemblarsi di calcoli e rapporti tra ricavi e spese come quello del cinema, uno che ama la magia del grande schermo, verrebbe sempre da esprimere consenso, ma "I fratelli Grimm..." è un lungometraggio che si porta dentro la sensazione del lavoro irrisolto. Troppo crudele e screziato di macabro per un pubblico fanciullesco che trova in "Harry Potter " il massimo del fantastico di quest'era, talvolta stucchevole e astruso in alcuni passaggi per quello adulto, il film si rivela un ibrido con momenti di gran forza visiva, ma che a un certo punto rischia di mostrarsi ripetitivo e troppo certo del proprio diploma di rivisitazione di classici. Damon e Ledger si prestano al gioco, la Bellucci si mostra in pochissime scene, spicca una caratterizzazione squinternata dello svedese Peter Stormare; però il film non riesce ad appassionare, troppo "di testa" per coinvolgere.
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