Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
Mary è un polpettone televisivo di difficile digestione; un Ferrara della risma meno nobile, confusionario e patinato, ambizioso ma maldestro. La messa in scena ricalca gli standard del piccolo schermo, tanto che sembra di stare guardando la puntata pilota di una serie tv: fotografia (Stefano Falivene), musiche (Francis Kuipers), dialoghi banalotti e un ostinato uso del ralenty nei momenti di maggiore pathos sono tutti dettagli capaci di sminuire la portata dei contenuti della pellicola e la sua pur apprezzabile scioltezza narrativa. La sceneggiatura, scritta da Ferrara insieme a Mario Isabella, Simone Lageoles e Scott Pardo, si sviluppa lungo tre paralleli binari, quelli percorsi da un tris di interessanti protagonisti: un regista, un'attrice, un presentatore tv, tre individui che rappresentano la testardaggine egocentrica (il primo), la ferrea volontà di cambiare (la seconda) e l'apertura al dubbio (il terzo). Chiaramente sarà quest'ultimo, lontano dagli eccessi che pervadono gli animi degli altri due personaggi, a mostrarsi maggiormente equilibrato in tale situazione; l'indagine sulla fede (vera, presunta o rinnegata) è perciò a tutti gli effetti un'analisi dell'umanità dei protagonisti. Juliette Binoche è come sempre (splendida e) bravissima, Forest Whitaker e Matthew Modine sono al posto giusto; in ruoli minori vengono poi utilizzati parecchi attori italiani, da Stefania Rocca a Elio Germano a Luca Lionello: il film è stato infatti girato anche in Italia. 4,5/10.
Questo è il mio sangue, film sulla passione di Cristo, è appena uscito nei cinema; il borioso regista non ha però colto nulla della lezione di Gesù e lo dimostra in un'intervista promozionale in tv, di fronte a un presentatore in crisi di fede. La protagonista femminile (cioè Maria) è invece tanto toccata dalla questione da decidere di vagare per Gerusalemme in cerca di risposte.
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