Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
Storie di personaggi senza alcuna capacità introspettiva e spaventati da tutto ciò che non conoscono, ruotano attorno a un film su Gesù Cristo di stampo Hollywoodiano e a crisi personali di varia natura.
Tony, il regista, più che una crisi mistica ha una crisi nervosa che nulla cambierà nella sua visione della vita.
Marie ci prova, ha colto la fragilità della sua esistenza va determinata alla ricerca un significato per questa vita ma fraintende il senso della spiritualità, credendo di avvicinarsi a Dio andando nei luoghi dove passò il suo figlio prediletto.
Ted, schiacciato dai sensi di colpa, cerca il conforto ai torti commessi addirittura parlando direttamente con Dio. Questa conversazione lo illumina, sentendosi improvvisamente buono decide di dare un’altra mazzata alla povera moglie, già sofferente per il parto e preoccupata per la salute critica del figlio, spiattellando il suo tradimento e promettendo che, d’ora in poi, sarà un uomo diverso…ma chi ci crede Ted!
Se il film voleva essere una riflessione sui valori cristiani, sull’antisemitismo, su una rilettura storica dei testi sacri, ha mancato di profondità e precisione.
Se invece voleva essere una denuncia su come approcciarsi alla fede, sulla mancanza di spiritualità della nostra era, sui problemi di natura etica, ha mancato di ironia e di chiarezza.
Come lo prendo lo prendo questo film mi risulta inutile.
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