Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
Il regista italoamericano Abel Ferrara è uno dei maggiori registi indipendenti, insofferente alle regole delle major americane e da esse ripudiato ha sempre scelto un percorso da outsider nel cinema. Da THE DRILLER KILLER fino a KING OF NEW YORK è stato un figlio non degenere del cinema di Scorsese, incline a raccontare storie di violenza, incubi metropolitani e boss della malavita, perdizione e redenzione però iniziano a fare capolino con KING OF N.Y., ma è con IL CATTIVO TENENTE che la matrice cattolica farà parte integrante delle sue opere. L’amico Nicholas St.John è l’anima dei suoi film, lo sceneggiatore fin dagli esordi, insieme hanno dato vita a numerosi film, tutti intensi e di notevole livello, dopo FRATELLI St.John ha deciso di ritirarsi dal cinema per dedicarsi esclusivamente agli studi di teologia. Con BLACKOUT e NEW ROSE HOTEL i critici, a priori, hanno decretato la fine di Ferrara, belli visivamente ma senza nerbo narrativo. Non è proprio così, per esempio N.R.H. è uno dei suoi migliori, probabilmente il migliore dopo IL CATTIVO TENENTE e FRATELLI, controverso, sperimentale, destrutturato, grondante fascino da ogni fotogramma. Negli ultimi anni Ferrara si è trasferito in Italia, lasciatosi alle spalle problemi di alcol e droga, ha trovato una decina di finanziatori per mettere su MARY. Traendo spunto dai vangeli apocrifi, in particolare di Tommaso e dall’enorme successo mondiale di THE PASSION di Mel Gibson ha deciso di concentrare la sua attenzione filmica sulla figura di Maria Maddalena, prostituta o tredicesimo apostolo di Gesù? Il regista Tony Childress ha appena terminato le riprese di “Questo è il mio sangue” interpretato da Mary Palesi nella parte appunto di Maria di Magdala (Maddalena), l’attrice si è talmente immedesimata nel ruolo che decide di non ritornare in America, ma di partire a Gerusalemme alla ricerca di se stessa e della nuova spiritualità acquisita durante le riprese. A New York il giornalista Ted Younger conduce una trasmissione religiosa di successo in cui intervista autentici esperti della materia (A.Luzzato, J.Y.Leloup, E.Pangels e I.Nicoletto), la sua vita privata però è in crisi, trascura la moglie in attesa di un figlio per l’audience e per un’amante. Nel racconto espressamente frammentato di Ferrara, i tre caratteri e le loro vicende personali si intersecano, si incontrano e si scontrano grazie all’imminente uscita del film di Childress. In seguito a un parto prematuro la moglie e il figlio di Younger entrano in coma, il giornalista ritrova la fede e al suo risveglio chiede perdono alla moglie, mette in crisi il cinico regista durante un dibattito televisivo e decide di non presentare l’anteprima del suo nuovo film. Tutto ruota attorno alla svolta spirituale di Mary, alle sue parole pronunciate via telefonino da Gerusalemme e attraverso i dialoghi del personaggio di Maria Maddalena. Quest’ultima è una figura non riconosciuta dai vangeli ufficiali e la sua identità storica è ancora oggetto di discussione da parte degli studiosi. Ferrara invece, sposa la tesi che fosse l’allieva prediletta di Gesù e proprio per questo scompiglia le coscienze di tutti i personaggi, destabilizza le loro certezze persino quelle del presuntuoso Childress. Se il tema trattato è sempre d’attualità e alcuni spunti sono efficaci (i costanti e interminabili stati di tensione presenti in Medio Oriente), stavolta il risultato non convince del tutto, ci si attende sempre un colpo d’ala che non arriva mai, la povertà di mezzi si fa sentire o forse è un omaggio al “poverismo” de IL MESSIA di Roberto Rossellini, inquadrature delle nuvole comprese. Un talento come Ferrara andrebbe sostenuto da produttori italiani/europei indipendenti, da validi collaboratori tecnici (l’unico presente è il montatore Fabio Nunziata) e non da piccoli cinematografari di periferia. Il cast è ben assortito, dal misurato Forrest Whitaker all’intensa Juliette Binoche (avrebbe meritato maggiore spazio) e dal programmaticamente antipatico Matthew Modine (bravissimo specie nel finale), sprecate invece Heather Graham e Stefania Rocca.
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