Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
Ferrara apre una serie di riflessioni-approcci alla fede, dimenticandosi di chiuderli: c’è la strada del misticismo assoluto e irrazionale (Binoche), quella filosofico-intellettuale (le interviste ai saggi), quella di comodo, ma anche di sincero pentimento (Whitaker) e, infine, quella superficiale e falsa (Modine). Ferrara è in ognuna delle prospettive presentate, ma il suo disegno, un curioso «pastiche mistico», benché a tratti suggestivo, risulta essere permeato da una «sconclusionata schematicità», sino ad apparire, quindi, scontato e filosoficamente dogmatico, nel modo in cui impone allo spettatore la scelta tra le diverse prospettive. Piacevole lo stile, che gioca molto con simboliche luci e ombre, ed usa tanta macchina a mano. In gran forma il cast (anche se Modine è visibilmente eccessivo). *1/2
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