Regia di George Clooney vedi scheda film
Dopo il buono risultato ottenuto nel 2002 con "Confessioni di una mente pericolosa" George Clooney torna alla regia, e, come allora, c'è di mezzo la tv. Ma mentre lì era solo una parte della vita sopra le righe del protagonista, qui sale al centro dell'attenzione in un film decisamente sentito in cui Clooney fa suo l'accorato appello del giornalista Ed Murrow affinché essa serva a fare vera informazione e non solo a disattivare le menti degli ascoltatori. E ripercorre la sua storia, e la sua strenua lotta contro McCarthy e la sua repressione sistematica di ogni pensiero non omologato. Un inno al liberalismo, quello vero, in cui l'omaggio al grande giornalista del passato diviene timore e monito per il presente.
Probabilmente la struttura stessa del film ne ha aiutato la scrittura, essendo di fatto incentrato sui monologhi già portati in tv da Murrow, ma Clooney è in grado di imporre alla pellicola un ritmo avvincente, senza uscire quasi mai dagli studi della CBS, senza nessuna concessione al superfluo, con stile asciutto, dialoghi serrati, e azzeccati intermezzi blues a cadenzare i flussi narrativi. Il resto lo fa un cast di sicuro livello, a partire dal protagonista, un ottimo David Strathairn che pare Humphrey Bogart!
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