Regia di Patrice Chéreau vedi scheda film
Splendido uomo di teatro Chèreau.. e si avverte nella preziosa, quasi maniacale cura delle sue opere... eppure al cinema non riesce mai a soddisfarmi pienamente, non è riuscito a farlo con l'opera del'esrodio, l'impossibile, delirante, narocca rappresentazione visiva del romanzo di Chase "La carne dell'0rchidea" (Un'orchidea rosso sangue con la Rampling e un nutrito contorno di vecchie glorie) nè con lo sconcertante, scandaloso, ma sostanzialente irrisoltoL'homme blessé, nè tantomeno con il sanguigno, presuntuoso e visionario La regina Margot (visto comunque solo nell'edizione incompleta passata in italia). l'opera che più di tutti enfatizzava i pregi e i difetti anche tealtrali del regista. Le cose sembravano aver preso una piega diversa con le successive opere, soprattutto Intimacy, anche se un pò di amaro in fondo alla mia bocca rimaneva, un retrogusto di insoddisfazione latente insomma... ma veniamo a Gabrielle... qui si ritorna al vizio della laccatura e della pedanteria, al gusto più teatrale che televisivo della messa in scena che rischia di sfociare nell'estetismo e nella noia... Eppure la storia è coinvolgente e attuale... gli stravolgimenti finali persino imprevedibili, le ricostruzioni e i ritmi impeccabili... oserei quasi dire l'inutilità sterile della perfezione stilistica fine a se stessa. Il vero punto di forza è la recitazione: che cosa possiamo aggiungere parlando della Huppert se non che riesce sempre a stupirci e spiazzarci nella perfetta aderenza alle psicologie che deve rappresentare. Una recitazione la sua mai urlata, dominata dalle impercettibili variazioni della faccia, deglii sguardi e resa con la fisicitàambigua di ogni movimento del corpo. Un capolavoro di introspezione difficilmente eguagliabile che riesce a trovare una adeguata controparte nella più estroversa resa espressiva di Pascal Greggory analogamente superlativo, e in quella di tutti i personaggi di contorno, a cominciare da Thierry Hancisse tutti perfettamente adeguati e spesso inquietanti , futili e ambigui al punto giusto a seconda dei casi e delle necessità... Insomma un film che si regge più sui meriti degli interpreti e sulle fascinazioni delle vicende narrate che sulla effettiva qualità coinvolgente di una regia spesso di maniera
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